Viaggiare, almeno in Europa, è di nuovo più facile: con l’entrata in vigore del green pass digitale europeo da ieri è possibile spostarsi fra i Paesi dell’Unione (e alcuni extra Ue come Norvegia e Islanda) senza dover fare tamponi o periodi di quarantena. Insomma è un passo importante verso il ritorno alla normalità degli spostamenti bloccati a lungo dalla pandemia. Non è un caso che proprio ieri, 1 luglio, dopo oltre un anno di chiusura, abbiano riaperto i terminal 2 e 3 dell’aeroporto Suarez-Barajas di Madrid. E anche in Italia gli operatori aeroportuali sperano un progressivo aumento dei viaggiatori, in particolare dei turisti.
“A giugno – ha spiegato Ivan Bassato direttore operazioni voli di Adr, cioè degli aeroporti di Roma – abbiamo avuto il volume di passeggeri medio due volte superiore a giugno 2020. Ora c’è maggiore fiducia. In questo momento ci sono chiaramente ancora criticità e difficoltà legate alle varianti: man mano che la scienza trova soluzioni siamo confidenti che la fiducia crescerà. Contiamo a lavorare per avere un trasporto aereo in sicurezza, gestendo i flussi nei terminal in modo che nessuno dei passeggeri vada incontro a cattive sorprese. Con il Green pass le cose si semplificano molto”.
Nessun problema a Fiumicino e Ciampino e nemmeno agli scali milanesi di Linate e Malpensa. Problemi invero ci sono stati, ma in Irlanda. Un attacco hacker, ha spiegato la portavoce della Commissione Europea, ha infatti bloccato l’emissione dei green pass. Restano però alcune differenze fra i vari Paesi: per entrare in Olanda, ad esempio, i non vaccinati avranno bisogno di un tampone molecolare, non basterà quello rapido. In Francia è valido un tampone (rapido o molecolare) eseguito nelle 72 ore precedenti, in altri Paesi 48 ore prima. Ed è per questo, e per la possibilità che i singoli Stati decidano delle restrizioni particolari, che da società aeroportuali e operatori (come Alitalia) arriva l’invito a controllare sul sito viaggiare sicuri prima della partenza cosa sia richiesto.
