In un’estate dai numeri “molto buoni” come affermato anche dal ministro del turismo Massimo Garavaglia al Meeting di Cl di Rimini, cominciano a rivedersi anche i turisti stranieri in vacanza. Stanno lentamente tornando e sono in aumento sullo scorso anno, anche se non si può ancora parlare di vera ripresa guardando agli “altissimi” numeri che si registravano dall’estero pre-pandemia.
Per quanto riguarda solo il pubblico straniero, secondo le stime di Cst Centro Studi turistici di Firenze e Assoturismo Confesercenti, nel periodo giugno-luglio-agosto sono circa 34,8 milioni i pernottamenti in Italia. Il dato è in aumento sui 28 milioni circa della scorsa estate ma nel 2019 superavano i 100 milioni.
In accordo anche l’analisi di Jfc per l’Osservatorio Panorama Turismo Mare. “Per i mercati esteri – spiega Massimo Feruzzi, che ha curato la ricerca Panorama Turismo Mare – si tratta di dati in positivo, con indici in crescita se comparati all’andamento dello scorso anno. Ma non facciamoci ingannare da una memoria corta. Il dato reale parla, sì, di un +32,7% di presenze di turisti stranieri nelle località balneari italiane rispetto allo scorso anno, ma anche di un -121,6% se confrontiamo le previsioni dell’estate 2021 al consuntivo del 2019, sempre per quanto riguarda gli ospiti stranieri”.
A pesare sono senz’altro la riduzione dei voli aerei e per certi Paesi anche le quarantene e le vaccinazioni. C’è poi un altro discorso da fare: gli stranieri in ritorno sono sostanzialmente europei e mancano i tradizionali big spender (americani, russi e cinesi). A trainare la ripresa straniera, secondo Cst-Assoturismo – sono tedeschi, austriaci olandesi, svizzeri e francesi. Concorda anche Jfc. “I flussi – dice Feruzzi – saranno soprattutto proverranno prevalentemente dalle località auto reisen, quindi ad una distanza accettabile per muoversi in auto (al massimo 800 km). Per questo motivo le località nelle quali, più di altre, si sentirà parlare in tedesco e francese saranno quelle venete e friulane, romagnole e marchigiane, ligure e toscane. I mercati dal quali si genereranno – a livello nazionale – i maggiori flussi incoming saranno quindi la Germania (33,6%), seguita dalla Francia (14,9%), dall’Austria (11,9%) e dalla Svizzera (8%). Seguono l’Olanda (6,4%), il Belgio (5,8%), la Russia (4,2%), l’Inghilterra (3,9%), etc”.
Secondo l’Enit si distinguono in positivo i flussi prenotati per luglio e agosto da tutti i mercati ad eccezione del Regno Unito e dei mercati di lungo raggio Usa, Russia e Cina che ancora non ripartono. Nel complesso, le prenotazioni verso l’Italia – dice l’Agenzia del Turismo nell’ultimo bollettino – aumentano del +3,4% per luglio, del +2,6% per agosto mentre settembre non è ancora prenotato (-21,9%).
Tornando alle località: se c’è stata una boccata d’aria per quelle di mare e di montagna ancora soffrono molto le città d’arte. Se, infatti, Venezia è in questi giorni invasa dai turisti tanto da ricominciare a parlare di tornelli, non va così bene nelle altre punte di diamante d’Italia come Firenze, Roma, Milano.
“Il problema – spiegava qualche giorno fa il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca – sarà a settembre quando il turismo internazionale extraeuropeo (americano, giapponese, russo, cinese) continuerà a non venire e quindi le nostre magnifiche città d’arte. Ora stiamo vedendo svizzeri, francesi, tedeschi, europei del Nord che vengono per fare il mare ma abbiamo bisogno anche degli altri stranieri, che sono poi big spender”.
La mancanza dei big spender sta fermando non solo le città d’arte ma anche tutto il turismo del lusso, sottolineava Marina Lalli, presidente di Federturismo Confindustria.
Preoccupato per settembre anche Vittorio Messina, presidente di Assoturismo: “Sono essenzialmente europei quelli che stiamo rivendendo, non sono percentualmente significativi e sono a macchia di leopardo. Vedremo a settembre ma crediamo, purtroppo, che la ripresa non sarà così immediata”.