venerdì, 20 Dicembre 2024

Compagnie aeree, Ue: un sito su tre è irregolare

In Italia sugli undici1 esaminati quattro non rispettano le regole

In Europa un sito web su tre di quelli dedicati all’acquisto di biglietti on line è irregolare. Il dato è stato reso noto dalla Commissione europea che ha condotto un’indagine in 15 Paesi dell’Ue più la Norvegia. Dopo il controllo di 386 siti, 137 sono stati poi sottoposti a provvedimenti coercitivi nel corso degli ultimi sette mesi. Ma alla fine di aprile la media dei siti oggetto di correzioni aveva superato il 50%. In Italia sono stati presi di mira undici siti tra quelli più cliccati: quattro gli irregolari. Di questi ultimi tre hanno corretto le informazioni poco trasparenti grazie alla moral suasion effettuata dall’Antitrust, mentre per un quarto operatore è stato avviato un procedimento per pratica commerciale scorretta. La Commissione però non ha reso noti i nomi delle linee aeree e dei tour operator finiti sotto inchiesta, anche perché in diversi paesi, compresa l’Italia, questi dati potranno essere resi noti esclusivamente a procedimenti ultimati.
L’obiettivo della commissaria Ue ai consumatori Meglena Kuneva che ha ingaggiato la battaglia è di riuscire a mettere fine ad ogni pratica scorretta alla conclusione dell’indagine, il primo maggio 2009. "Non si può accettare che un consumatore su tre che prenota un biglietto aereo on line venga imbrogliato o indotto in errore e confuso", ha rilevato la commissaria sottolineando che "ci sono problemi gravi e persistenti per quanto riguarda la vendita dei biglietti con tutte le compagnie". Prezzi ingannevoli sono stati riscontrati nel 58% dei siti presi in esame, irregolarità nei termini contrattuali con indicazioni omesse o caselle già contrassegnate per servizi opzionali sono invece state evidenziate nel 49% dei casi, mentre un 15% hanno riguardato la mancata disponibilità dell’offerta pubblicizzata. Nel mirino sono finite complessivamente circa 80 compagnie aeree. I provvedimenti presi per correggere le scorrettezze riguardano oltre il 50% nel caso di siti nazionali, mentre per i transfrontalieri le misure non hanno superato il 12%.  

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