sabato, 23 Novembre 2024

Oltraggiata la Scala dei Turchi, Procura apre un’inchiesta

E’ uno dei luoghi più belli e suggestivi della Sicilia, meta ogni anno di migliaia di visitatori da tutto il mondo tanto da essere stato proposto per la candidatura a patrimonio mondiale dell’umanità Unesco. Proprio per questo motivo lo sfregio inferto alla Scala dei Turchi, la caratteristica scogliera di marna bianca sul litorale agrigentino, è ancora più odioso. Ignoti vandali si sono arrampicati sui gradoni di roccia imbrattando di rosso il promontorio immacolato al confine tra Realmonte e Porto Empedocle. La Procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta; il reato ipotizzato a carico di ignoti è di danneggiamento di beni avente valore paesaggistico. La Scala dei Turchi è infatti sottoposta a vincolo paesaggistico.

Il presidente della Regione Nello Musumeci e l’assessore ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana Alberto Samonà parlano di “un atto di vandalismo vigliacco” e auspicano che i responsabili di questa “ferita al paesaggio e alla bellezza della Sicilia” vengano identificati e puniti al più presto.

Un sopralluogo è stato compiuto anche dai tecnici della Soprintendenza ai Beni culturali di Agrigento, i quali hanno stabilito che per imbrattare la marna è stata utilizzata polvere di ossido di ferro. Un materiale che si colora di rosso a contatto con l’acqua e che dovrebbe essere eliminato facilmente, come conferma il fatto che le onde del mare hanno già parzialmente ripulito la zona bassa della scogliera. Questa circostanza potrebbe avvalorare l’ipotesi di un gesto dimostrativo, più che la volontà di deturpare irrimediabilmente uno dei tesori naturalistici della Sicilia, per accendere nuovamente l’attenzione su una vicenda controversa.

La Scala dei Turchi è stata infatti al centro di un lungo contenzioso giudiziario, che aveva portato anche al sequestro del sito da parte della magistratura, tra il Comune di Realmonte e il proprietario di alcune particelle, Ferdinando Sciabbarrà, come dimostrano in modo inoppugnabile alcuni documenti catastali che risalgono addirittura alle metà dell’800. Sciabbarrà, nonostante una multa di quasi 10mila euro e un’inchiesta penale nei suoi confronti per occupazione di suolo demaniale e violazioni in materia di sicurezza e tutela di beni ambientali, si è visto restituire una parte della scogliera dal giudice che ha riconosciuto le sue ragioni. Di recente, attraverso il suo legale, Sciabbarrà si è anche dichiarato disposto a cedere le particelle di sua proprietà a condizione che sia istituita una riserva naturale. A questo punto l’ipotesi più accreditata è che la Scala dei Turchi venga acquisita definitivamente e interamente al patrimonio della Regione.

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