Con una riflessione sul turismo nautico, segmento sempre più rilevante nell’ambito dello sviluppo turistico siciliano, Giovanni Ruggieri, presidente di Assonautica Palermo e di Otie, Osservatorio sul Turismo delle Isole Europee, dà il suo contributo al nostro tema “Sicilia, cosa vuoi fare da grande?”.
“Innanzitutto devo sottolineare che il numero dei posti barca per il transito è insufficiente ad accogliere i turisti stranieri. Infatti dei posti barca dichiarati dalle società, il 74% viene affittato annualmente mentre il 26% è impegnato per l’ormeggio giornaliero. Per questo, ritengo che sia necessario riorganizzare l’utilizzo degli ormeggi e destinare una maggiore attenzione al transito turistico. L’ideazione di una rete di porti turistici interconnessi tra loro consentirebbe la circumnavigazione dell’isola e la creazione di nuove professionalità del diporto.
Inoltre penso che vada potenziata l’offerta di ormeggio stanziale di imbarcazioni straniere presso le coste siciliane. I cantieri nautici assistono per lunghi periodi le imbarcazioni di stranieri, intervenendo con le operazioni di carenaggio ed altre operazioni di manutenzione richiesta dal mezzo nautico. Si tratta di una domanda qualificata da parte di paesi dell’Est Europa. Ciò comporta la necessità di trovare adeguati spazi a terra per effettuare tali operazioni e per il ricovero invernale delle barche. Per quel che riguarda, invece, l’organizzazione dell’industria turistica, credo che il segmento del turismo nautico debba essere ricompreso nella programmazione regionale del turismo tout court e condividere gli obiettivi di sviluppo del sistema turistico locale di riferimento. Senza un’organizzazione efficiente e la formazione di adeguate professionalità nel settore, la nautica rischia di diventare un’opportunità di sviluppo mancata. Attualmente il piano strategico della portualità turistica in Sicilia prevede degli investimenti destinati all’incremento del numero dei posti barca e alla riqualificazione delle strutture esistenti. L’ottica da perseguire è quella dell’efficienza produttiva ed il contenimento dei costi attraverso la realizzazione di economie di scala”.