Facciamolo ancora in sordina, ma prepariamoci a gridare forzAlitalia, il primo vettore nazionalpopolare che, avendo già da tempo riposto la livrea da compagnia di bandiera, è pronto ad indossare quella dell’italianità dalla forte connotazione nazionalpopolare, maturata trasmissione dopo trasmissione in quest’ultima settimana, iniziata con un weekend di rottura e concluso, almeno così pare, con un weekend all’insegna della riconciliazione. Le schermaglie comunque, secondo antiche abitudini italiche, sembra non si spegneranno con tanta facilità, anzi al pari dei commenti dei risultati elettorali, ognuno inizierà la propria filippica per dimostrare di essere vincitore e salvatore della patria. Vince Berlusconi che ha lanciato questa campagna sull’italianità smarrita.
Vincono gli imprenditori della Cai che in pochi giorni riescono a formare una cordata, mai tentata o voluta prima. Vince la Cai che, nonostante tutto, tiene fermo il timone con determinazione. Vince Banca Intesa, capofila di un’operazione finanziaria che cerca di recuperare anche i tanti crediti. Vince Toto che riesce a delegare ad altri la pesante situazione debitoria della sua Air One. Vince Bonanno, sostenitore del buonsenso e della pax sindacale. Vince la Cgil che prima di firmare, tiene tutti con il fiato sospeso. Vincono i piloti che al pari della Cgil ribadiscono di essere lavoratori anche se di… casta superiore. Vince Casini che aveva auspicato un passo indietro da parte di tutti. Vince Vito Riggio che, minacciando il ritiro della licenza, ha dato prova di intransigenza e contribuito a tirare la volata finale alla nuova compagine. Vince Veltroni, intervenuto nella trattativa che inizia la sua crociata contro il bullismo politico in Parlamento e vince D’Alema che aveva tranquillizzato Colaninno. Si appresta a vincere l’Air France che potrà ottenere a basso costo qualcosa che solo pochi mesi fa sarebbe costato molto di più. Sì, vince proprio l’italianità che è cosa ben diversa dall’Italia e dagli italiani che sono gli unici ad aver perso. La prima in immagine, avendo la vicenda fatto ridere e sorridere il mondo finanziario e la stampa internazionale, mentre gl’italiani perdono su tutti i tavoli per aver pagato in passato i guasti dell’Alitalia e continuare a pagare diventando di fatto azionisti di questa ‘bad company’ elegante termine inglese che inequivocabilmente indica la fregatura trasferita sul contribuente, particolarmente sul contribuente viaggiatore che, oltre tutto, si ritrova un nuovo monopolista che, se opera bene, ha tutto da guadagnare e poco o nulla da perdere.
Un contribuente perdente e sorridente, convinto che il cerino rimasto acceso in mano, gli possa esser dato per fare luce. La nuova Alitalia si appresta a scendere in campo. Agli italiani, poveri ma sportivi, non resta che gridare: ForzAlitalia speriamo che con Cai ce la fai. (Toti Piscopo)