lunedì, 23 Dicembre 2024

In vendita Villa Larderel, potrà ospitare albergo di lusso

Potrà anche diventare una struttura ricettiva di lusso Villa Larderel, storica dimora a Pozzolatico, nel comune di Impruneta, sulle colline attorno a Firenze, nel corso del ‘900 anche dimora della famosa attrice del cinema muto Francesca Bertini e poi, fino al 2016, sede del centro di riabilitazione della Fondazione don Gnocchi.  Una nota ha annunciato che il complesso è “oggetto di liquidazione attraverso la piattaforma Quimmo, e il termine per presentare le offerte è stato fissato per il 4 marzo”.

La messa in vendita della villa era stata già annunciata a novembre scorso da Invimit sgr, società partecipata al 100% dal ministero dell’Economia e delle finanze, proprietaria del complesso. La costruzione, si spiega, “risale alla seconda metà del quattordicesimo secolo, su commissione della famiglia Ricci appartenente alla fazione dei Guelfi. Nel 1837 la proprietà del complesso passa ai conti De’ Larderel, nobili di origine francese, e nel 1869 l’edificio diventa la dimora di Rosa Vercellana”, nota anche come la ‘bella Rosina’, “contessa di Mirafiori e di Fontanafredda, che sposa in un matrimonio morganatico il re d’Italia Vittorio Emanuele II di Savoia proprio nella cappella della villa”.

Dopo aver ospitato Francesca Bertini e la Fondazione Don Gnocchi. Il complesso è stato successivamente ampliato con la costruzione di un edificio moderno e ha ospitato la Scuola Walford di Firenze. La superficie complessiva di villa Larderel è di 81.800 mq, di cui 11.800 di interni e un imponente parco secolare di 7 ettari, all’interno del quale sono presenti una piscina interrata da 25 metri, un laghetto artificiale e uno chalet caratterizzato dall’aspetto architettonico delle tipiche abitazioni di montagna. Il complesso, attualmente libero, è sottoposto a vincolo da parte del ministero per i Beni e le attività culturali, e le destinazioni d’uso ammesse sono quelle residenziale, direzionale, turistico-ricettivo, produttivo legato al cotto e sportivo.

(photo credits @ANSA)

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