sabato, 21 Dicembre 2024

Arriva il decreto Giuli: cultura diventi bene comune accessibile

“Considerata la straordinaria necessità e urgenza” di rendere la cultura un “bene comune accessibile”, di farne uno strumento di “dialogo e integrazione”, nonché l’urgenza di riqualificare le periferie e le aree interne del paese, di promuovere la lettura e le librerie storiche e quelle di prossimità, di semplificare gli interventi sul patrimonio cultura e audiovisivo e “considerata la straordinaria necessità e urgenza di adottare misure in materia di personale del ministero della Cultura”, arriva in vista del prossimo consiglio dei ministri pre-natalizio l’atteso decreto Cultura targato Alessandro Giuli.

Il provvedimento, che era stato annunciato per fine novembre, conterrà il “piano Olivetti” per favorire la cultura come “bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità”, con interventi per la rigenerazione delle periferie e per sostenere biblioteche e librerie, e un “piano Mattei” per la cultura, con progetti di cooperazione culturale con l’Africa, con l’attivazione per entrambi di strutture di missione alle dirette dipendente dell’ufficio di Gabinetto.

Per seguire i piani si prevede infatti l’assegnazione di un dirigente generale e di altri due dirigenti per ciascun progetto, per una spesa complessiva, sempre da moltiplicare per due, di circa 770 mia euro l’anno, dal 2025 al 2028, ma “al di fuori della dotazione organica” del Mic.

Inoltre il ministero intende includere la società Ales nell’elenco delle stazioni appaltanti e delle centrali di committenza, vale a dire quelle per le quali la legge prevede che possano “procedere direttamente e autonomamente all’acquisizione di forniture e servizi di importo non superiore alle soglie previste per gli affidamenti diretti”. E apportare alcune modifiche alle procedure previste per le società in house e per i concorsi per l’assunzione di personale del Mic.

Si tratta di interventi che sollevano l’indignazione del Pd: il decreto, affermano i parlamentari dem basandosi sulla bozza del provvedimento, “ha l’unica volontà di piegare politicamente l’amministrazione ministeriale, riducendo l’autonomia degli uffici e centralizzando il controllo nelle mani del Ministro Giuli”. L’opposizione chiede infatti lumi al ministro si come verrebbero selezionate e assunte queste nuove figure, che andranno a sovrapporsi a quelle già presenti nell’organigramma del Ministero.

Con il provvedimento arrivano anche fondi per la valorizzazione dell’Appia antica, alcune proroghe per la corresponsione dei bonus Cultura 18App, Carta della Cultura giovani e Carta del Merito mentre un articolo prevede l’impignorabilità dei fondi destinati alla tutela di beni culturali o ad attività culturali.

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