sabato, 21 Dicembre 2024

Tirrenia, per venerdì si attende pioggia di offerte

La cessione dovrà avvenire entro settembre. Vigili i sindacati

Si avvicina la prima tappa della privatizzazione di Tirrenia: entro venerdì 19 febbraio, a mezzogiorno, dovranno pervenire le risposte all'invito di Fintecna a manifestare interesse per l'acquisizione della compagnia di navigazione pubblica e della controllata Siremar. E la lista sembra lunga. Il toto-nomi indica armatori come Onorato (Moby), Lauro, Aponte, i Grimaldi di Napoli, Corsica Ferries, Gnv, insieme a fondi d'investimento e alla Regione Sicilia, che potrebbe partecipare secondo le ultime indiscrezioni, in cordata con Lauro e Visentini. Il cda della finanziaria guidata da Maurizio Prato si dovrebbe riunire la prossima settimana per esaminare le manifestazioni d'interesse giunte all'advisor Unicredit Bank e già vagliate da quest'ultimo per verificarne la correttezza dei requisiti richiesti. I soggetti ammessi dovranno sottoscrivere l'impegno alla riservatezza. A quel punto l'accesso alla data room; la cessione dovrà avvenire entro settembre prossimo.
"Gli asset valgono poco, il vero valore sono le convenzioni" ha detto l'armatore Vincenzo Onorato confermando il suo interesse. Una partita complessa e impegnativa, del valore di oltre un miliardo di euro, tra flotta e indebitamento. Il governo ha già trasferito a titolo gratuito, alle rispettive regioni, confermando le sovvenzioni fino al 2012, le altre tre ex controllate Tirrenia: la Caremar alla Campania, la Saremar alla Sardegna, la Toremar alla Toscana. Dopo il no della Sicilia al trasferimento sotto la propria competenza, la Siremar è rimasta oggetto di gara.
Alla messa sul mercato di Tirrenia guardano in molti. A cominciare dai sindacati preoccupati del mantenimento dei livelli occupazionali, 3.600 posti a gruppo intero, scesi attualmente a 2.800 dopo lo smembramento di Caremar, Saremar e Toremar. "Manteniamo alta l'attenzione, per evitare che gli eventuali compratori, soprattutto se armatori di cabotaggio, siano in realtà più interessati all'affondamento di Tirrenia, per spartirsi i collegamenti, che non al suo salvataggio" avverte Giuseppe Caronia, segretario generale Uilt.

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