"Istituzioni e politica non commettano l'errore di sottovalutare ancora una volta il ruolo del turismo culturale che può dare una forte spinta alla destagionalizzazione. Ma non pensino che basti la notorietà dei nostri tantissimi monumenti ed opere d'arte per attrarre i turisti. Serve infatti una attenta e diffusa azione di promozione che fronteggi la concorrenza internazionale coniugando l'uso intelligente di internet alla valorizzazione delle nostre tradizioni popolari e dell'enogastronomia". Lo ha detto Marco Venturi, presidente di Confesercenti, nel corso della presentazione della Borsa del Turismo delle 100 Città d'Arte d'Italia che si è svolta oggi a Roma. "Il turismo culturale già oggi produce il 36% del fatturato complessivo di questo settore, con una spesa pro-capite che tocca in media il 42%. Ma la necessaria promozione di questo turismo – ha aggiunto – da sola non basta per assicurare la soddisfazione dei turisti, specie quelli stranieri che sotto i colpi della crisi sono scesi dal 58-57% del 2007 a sotto il 50% dei mesi scorsi. E' fondamentale che il Paese recuperi i suoi tradizionali ritardi: nelle infrastrutture, nei trasporti, nella qualità urbana, nell'approvvigionamento idrico specie nel sud, nella diversificazione energetica. E, ovviamente, con una adeguata competitività in materia di prezzi.
In questa arroventata campagna elettorale per le elezioni regionali di questi temi abbiamo davvero sentito poco e niente. Invece avremmo voluto che i candidati presidenti si esprimessero con impegni concreti: ad esempio unendosi a noi nel rivendicare l'abbattimento dell'iva per il turismo e per allentare la morsa del fisco sulle Pmi specialmente in una fase recessiva così pesante. Ecco perché – ha concluso Venturi – noi continueremo a batterci con determinazione per ridurre l'impatto degli studi di settore sulle Pmi e, sul terreno del credito, per prolungare la moratoria sui debiti a tutto il 2010. Se non si fanno respirare le Pmi in una fase così difficile si commette un grave errore che ci è costato finora 78 mila imprese in meno nel commercio e turismo (nel solo turismo 11 mila) ed oltre 200 mila posti di lavoro perduti".