giovedì, 19 Dicembre 2024

Taormina, tornano gli stranieri ed è ripresa

Dopo la crisi del 2009, quando era stato decisivo, ora è in forte flessione il mercato interno

Taormina è in ripresa e anche i dati di agosto 2010 lo confermano. Secondo i dati rilevati dal Servizio Turistico Regionale n.20, infatti, le presenze sono aumentate di oltre mille unità rispetto al 2009 con una crescita dello 0,69%, dovuto a un +5,87% di stranieri e da un calo del 6,28% di italiani. Il dato di agosto, dunque, sembra confermare da una parte una costante ripresa del mercato che si evince già da maggio, dall'altra parte il rinnovato appeal della destinazione nei confronti dei mercati stranieri.

Nonostante la conferma dei dati negativi che riguardano i flussi provenienti dal Regno Unito (-21,81%), che fino a due anni fa rappresentava il mercato di riferimento della destinazione insieme alla Germania, anch'essa in flessione ad agosto del 12,12%, sono positivi i dati dell'ultimo trimestre che riguardano i flussi europei provenienti dal Nord Europa (Danimarca +74,86%, Norvegia +27,88% e Svezia +14,36%), Francia (+18%), Austria (+2,50%), Russia (+21,19%), Spagna (+6,04%), Svizzera (+23,32%); mentre sui mercati extraeuropei  si conferma la  ripresa degli Stati Uniti (+8,01%), del Canada (+70,12%), Brasile (+5,40%), Argentina (+104,84%), Giappone (+15,16%).

Il mercato italiano, che nel 2009 e nel primo semestre del 2010 aveva in parte sopperito alla crisi internazionale, presenta una flessione del 6,28%, all'interno del quale la Sicilia perde oltre il 4%.

Altro dato interessante è che l'incremento delle presenze riguarda esclusivamente le strutture a 5 e 4 stelle, che crescono rispettivamente del 10,53% e del 3,54%, e le residenze turistico-alberghiere, che crescono del 20,37%. In flessione invece i B&B a -5,82%.

Il dato positivo condiziona ovviamente anche l'intero periodo, che conferma e migliora il segno positivo dei primi sette mesi ed è pari a +1,79%, rispetto allo stesso periodo del 2009, ed in particolare gli stranieri crescono del 2,18% e gli italiani dello 0,79%.

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