giovedì, 19 Dicembre 2024

Associazione Albergatori, no a proposta mediazione Provincia Padova

Bregolin: non ci sono risposte concrete per una riforma degli assetti contrattuali

Per l’Associazione Albergatori la proposta di mediazione che la Provincia di Padova ha fatto alle parti sociali è insufficiente per individuare soluzioni sostenibili per garantire la continuità imprenditoriale ed occupazionale.
“Nella piattaforma presentataci non troviamo risposte concrete per una riforma degli assetti contrattuali in grado di gestire la profonda modificazione dei flussi turistici e la natura stagionale delle attività – ha spiegato Gianluca Bregolin, presidente Associazione – Manca di offrire quella prospettiva di progressivo riallineamento del costo del lavoro alle condizioni nazionali, condannando il territorio a scontare un e gap competitivo con gli altri distretti turistici. Gli albergatori – ha aggiunto – non sono in grado di accogliere quanto proposto dalla Provincia ritenendo che richieda misure più strutturali e interventi più coraggiosi, tanto più alla luce di un contesto impositivo che penalizzerà ulteriormente la competitività del comparto termo-alberghiero. Ad oggi, l’assetto contrattuale più adatto all’attività turistico-termale è quello del contratto stagionale che, come previsto dal CCNL, abbiano almeno un periodo di chiusura durante l’anno. Nessuno vuole mettere in discussione i posti di lavoro e la riassunzione sarà tutelata dal diritto di precedenza sancito dal contratto nazionale stesso. In questo caso, inoltre, la pretesa dell’indennità di disoccupazione sarebbe assicurata legittimamente. Anche dal punto di vista del salario, non vi è la volontà di toccare gli stipendi di coloro che già operano nelle strutture termali, ma solo i nuovi assunti faranno riferimento alle tabelle applicate nel resto d’Italia.
La stagionalità è una via obbligata per mantenere aperte le aziende. Inoltre, la perdita di appeal della fangoterapia e i soggiorni sempre più brevi, stanno mettendo a dura prova la tenuta delle aziende. In questo stato di cose – ha concluso – con l’imposizione fiscale sempre più e non commisurata all’andamento del business, con un sistema bancario restio a erogare finanziamenti, con la competizione tariffaria sempre più accesa, gli albergatori termali non sono più in grado offrire le stesse garanzie di un tempo. A un albergo chiuso non si applica nessun contratto. Non abbiamo mai escluso di considerare aumenti o benefici a favore della qualità, ma se le aziende non sono in grado di sostenerli e soccombono non ci sarà distribuzione di alcun reddito”.

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