sabato, 20 Aprile 2024
Bacco era un turista?

 

 

Ragioni di lingua, più che di culto, separano il dio Bacco da Dioniso, la divinità da cui eredità le caratteristiche principali. Del resto, è notorio, i latini mutuarono non poco dalla civiltà greca, portandosi anche l’eredità immateriale di quegli dei così tanto simili agli uomini persino nei loro capricciosi difetti.

Nessuna divinità appare così sovrapponibile come Bacco con Dioniso, non solo grande cerimoniere del vino, delle libagioni, dell’estasi e della liberazione dei sensi, ma anche in possesso, per via di una influenza materna, di una caratteristica pressocché unica: l’essere un dio errante. Viaggiatore per ripicca e per sete di potere, esportatore di sacri riti assieme al suo esercito di satiri e baccanti, esploratore senza timore di terre lontane e dal fascino antico.

Le sue divine sembianze toccarono l’Egitto, l’India, la Tracia, la Beozia, le isole dell’Egeo e Tebe. Guerreggiava, questo dio gaudente e seduceva popoli e sovrani. Perché nel nome del vino è semplice far perdere la testa e ciò era ben noto anche ai tempi dei greci e dei romani.

Quindi, se la domanda è siamo di fronte a un dio viaggiatore la risposta non può che essere una: perbacco, sì.

 

 

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