Terre del Cerrano, abbandonata idea candidatura sito Unesco

I campanilismi hanno posto fine al processo per la candidatura

Si spengono le luci dei riflettori sulla candidatura delle Terre del Cerrano a sito di interesse Unesco.  A renderlo noto Ernesto Iezzi, presidente del consiglio di Pineto e uno dei principali promotori dell'iniziativa presentata esattamente 1 anno fa. Il documento di intesa con il quale veniva dato il via libera all'iniziativa era stato firmato pochi giorni prima dai 3 comuni del comprensorio del Cerrano, insieme a Regione, Provincia, Università di Teramo, Sovrintendenza dei Beni Culturali, Sovrintendenza Archeologica dell'Abruzzo, Legambiente, Wwf, Italia Nostra e Consorzio di Gestione del Parco marino del Cerrano. In Italia sono 47 i siti tutelati dall'Unesco, oltre ai grandi centri storici del Belpaese ci sono anche borghi antichi come quello di San Gimignano o i Sassi di Matera e zone come la Val d'Orcia e il delta del Po. Una candidatura, quella del Cerrano, forse un po' coraggiosa, sicuramente impegnativa.
Fatto sta che "nessuno appare più interessato ad un così nobile progetto", afferma Iezzi, che tra i primi si spese per la questione. "All'interno della candidatura – continua Iezzi – sgomitano Atri, città d'arte arroccata nella sua aureola storica, Silvi, sempre più attratta dall'area metropolitana di Pescara-Montesilvano, e Pineto, che rincorre l'evoluzione di una matrice ambientalista. Poi, al di là della questione Unesco, il Cerrano potrebbe anche diventare un marchio, come ormai lo sono il Salento o il Conero, con tutti gli annessi e connessi turistici del caso, vale a dire con un ritorno di immagine e flussi di presenze che gioverebbe alle tre realtà comunali, ognuna con il suo contributo e le sue peculiarità", conclude Iezzi.

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