Nell’ultimo decennio, la spesa pubblica in Basilicata ha offerto un contributo importante allo sviluppo del settore turistico. Tuttavia, a fronte delle risorse investite, la crescita del valore aggiunto turistico (comunque, una delle più elevate tra le regioni italiane) è risultata proporzionalmente meno intensa, in un contesto di difficoltà nell’intercettare una domanda con una più elevata propensione alla spesa e nel trattenere entro i confini regionali i benefici economici generati dall’espansione dell’attività turistica. E’ quanto mette in evidenza il Rapporto sulla dimensione economica del turismo nella regione, redatto dal Centro Studi Unioncamere Basilicata nell’ambito delle attività dell’Osservatorio Turistico Regionale. In particolare, lo studio indica che in Basilicata,
Regione ed Enti locali hanno speso mediamente 11,84 euro per presenza turistica: un valore quasi doppio rispetto alla media meridionale di 6,91 euro e ancor più elevato rispetto a quella nazionale di 4,26 euro. La spesa è orientata soprattutto sugli investimenti in infrastrutture materiali e immateriali e, quindi, su interventi in grado di creare le condizioni di base per un’offerta turistica adeguata. Analizzando la spesa, si denota come un euro di spesa pubblica abbia determinato una crescita di 63 centesimi del valore aggiunto del settore, in media all’anno, contro i 73 centesimi del Mezzogiorno ed i 93 dell’Italia. L’ammontare medio degli investimenti realizzati nel settore per ogni euro di spesa è stato di 2,96 euro, contro i 3,74 del Mezzogiorno e i 4,87 dell’Italia.
Regione ed Enti locali hanno speso mediamente 11,84 euro per presenza turistica: un valore quasi doppio rispetto alla media meridionale di 6,91 euro e ancor più elevato rispetto a quella nazionale di 4,26 euro. La spesa è orientata soprattutto sugli investimenti in infrastrutture materiali e immateriali e, quindi, su interventi in grado di creare le condizioni di base per un’offerta turistica adeguata. Analizzando la spesa, si denota come un euro di spesa pubblica abbia determinato una crescita di 63 centesimi del valore aggiunto del settore, in media all’anno, contro i 73 centesimi del Mezzogiorno ed i 93 dell’Italia. L’ammontare medio degli investimenti realizzati nel settore per ogni euro di spesa è stato di 2,96 euro, contro i 3,74 del Mezzogiorno e i 4,87 dell’Italia.