Negli ultimi 5 anni la domanda turistica del segmento luxury in Italia è aumentata del 25,6% a fronte di un +14,9% della media nazionale. Ma quello che rende più interessante per l’economia del Paese questo segmento è che la composizione della clientela è prevalentemente internazionale con oltre il 76% di stranieri. Nei prossimi dieci anni il tasso di crescita a livello mondiale è stimato nel 6,2% annuo.
Sono i dati del turismo di lusso di Confindustria Alberghi presentati a Capri duranti lavori del workshop Campioni Luxury Tourism, organizzato nell’ambito del convegno dei Giovani Imprenditori di Confindustria per analizzare le tendenze e i comportamenti di consumo di un settore in forte ascesa, leva per lo sviluppo di infrastrutture e servizi.
“Il luxury tourism è in grado di anticipare i trend che riguarderanno il turismo nel suo complesso”, ha detto Gabriele Menotti Lippolis, presidente Comitato Interregionale del Mezzogiorno dei G.I. – L’Italia è destinazione top-of-mind – continua – apprezzata in tutto il mondo. Grandi gruppi internazionali alberghieri hanno compreso il potenziale del nostro mercato e stanno investendo dal nord al sud Italia”.
“La crescita del luxury tourism come mercato – ha detto Maria Carmela Colaiacovo, vicepresidente Confindustria Alberghi – è doppia rispetto al turismo tradizionale e il suo giro d’affari è in grado di muovere circa 600 miliardi di euro ogni anno. Si tratta di un segmento particolarmente pregiato per l’economia italiana che muove il turismo internazionale e contribuisce alla crescita del Paese”.
Sulle prospettive che ci attendono, sono intervenuti alcuni dei rappresentanti delle più importanti catene alberghiere, moderati da Roberto Race, Senior Advisor Relazioni Istituzionali di Borsa Italiana: Aldo Melpignano, Borgo Egnazia, Jan Pachner, Yacht Club Costa Smeralda, Marie-Louise Sciò, Pellicano Hotels.