La proposta di Osanna: profughi al lavoro negli scavi di Pompei

“In Italia arrivano centinaia di profughi laureati e con specifiche professionalità, perché non impiegarli nei beni culturali?”. Ad affermarlo Massimo Osanna, dg della soprintendenza di Pompei.    Secondo quanto riporta ‘Il Mattino’, Osanna interviene sull’argomento durante la stipula di un “patto di amicizia” tra le città di Pompei e Nola, alla presenza di due arcivescovi e di numerosi parlamentari ai quali chiede di farsi portavoce della sua proposta.

“I profughi – spiega Osanna – già percepiscono dall’Italia una retta giornaliera per il loro mantenimento, senza essere tuttavia impiegati in alcuna attività lavorativa. La retta dunque potrebbe essere convertita in pagamento per prestazione d’opera al servizio della cultura.  

In via generale potrebbero essere impiegati come giardinieri oppure con compiti come la ripulitura dalle cartacce dell’area archeologica, ma potrebbero esserci anche incarichi di maggior livello per coloro che dispongono di professionalità specifiche. Di certo – conclude Osanna – tra i profughi che arrivano in Italia ci sono architetti o ingegneri, e magari anche archeologi”. 

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