Ogni giorno il sito di Pompei è invaso da milioni di turisti non ‘arginati’ da un sufficiente numero di custodi. Un solo custode all'ingresso della Domus del Menandro, quella più affollata perché sull'itinerario maggiormente frequentato.
“Dobbiamo fare noi da guardiani – spiega Barbara Giambattista, dell'Associazione guide campane – I turisti girano in questo patrimonio archeologico come delle mandrie di capre in libertà. Dove non trovano limitazioni sono capaci di fare qualsiasi cosa. Una volta ho dovuto riprendere un anziano americano che si era appartato dal gruppo per urinare su un muro affrescato. Ma continuamente c'è chi sale sulle colonne e sui muretti antichi, non fanno distinzione tra un parco giochi e un patrimonio dell'umanità. Per gli stranieri è così: dove non ci sono limitazioni tutto è consentito. Se si pensa che da Ercolano portavano via tasselli di mosaici come souvenir. È inutile passare paste sugli affreschi per restaurarli e poi abbandonare la totalità del sito alle vandalizzazioni dei visitatori".
"Oggi sono stato al Porto di Napoli per prelevare un gruppo di turisti – racconta un'altra guida – li ho trovati storditi dalla baraonda si sono ritrovati. I nostri mezzi di trasporto pubblico, come la Circumvesuviana, che costringe a lunghe attese, cambi di binari e a viaggiare nel caldo afoso difendendosi dai borseggiatori sono uno scandalo. Attendendo l'autobus ho assistito alla scena di una famiglia di spagnoli che da Capodichino al Porto è stata derubata di portafogli, carte di credito e soldi. L'autista del bus si è offerto di accompagnarli con un suo pullman alla Questura per sporgere denuncia. Loro però hanno rifiutato. Tra il bene e il male di Napoli è questa l'offerta turistica che diamo ai visitatori. E non ci giova certamente. O prendiamo i turisti e li blindiamo nel percorso dalle navi agli hotel agli scavi, oppure rischiamo ogni giorno il disastro".