Pompei, gli Scavi adottano i randagi come ‘cani di quartiere’

No alla 'caccia ai cani' negli Scavi di Pompei. Aldo Aldi, commissario prefettizio al Comune di Pompei ha deciso di abbracciare l'adozione degli animali come 'cani di quartiere' rispondendo così alla richiesta di Dario Franceschini, ministro di Beni culturali e turismo.
Aldi ha disposto che i veterinari della Asl provvedano a censire, visitare, sterilizzare e microchippare i cani che vivono nel sito. Una volta accertato che gli animali non siano pericolosi per i turisti e veicoli di malattie, saranno adottati dal Comune e diventeranno ‘cani di quartiere’. 
”Premesso che amo gli animali, in particolare i cani, tanto da averne avuti 10 – spiega Aldi –  ho, tuttavia, la responsabilità di tutelare i turisti che visitano l'area archeologica da eventuali randagi aggressivi e che possono essere veicoli di gravi malattie infettive. Pertanto ho il dovere di applicare tutti i provvedimenti previsti dalla legge in materia di randagismo”.  
Intanto, la Soprintendenza speciale di Pompei, Ercolano, Stabia e Oplonti plaude il provvedimento del Comune di Pompei. “Al fine di garantire la tutela e la sicurezza dei visitatori e al tempo stesso di salvaguardare i piccoli ospiti del sito – spiega la Soprintendenza – verrà sottoscritto un accordo tra Soprintendenza, Comune e Asl per avviare un sistematico controllo sanitario di tutti i cani presenti, in ottemperanza alla legge della Regione Campania numero 16 del 24 novembre 2001 in materia di 'Tutela degli animali d'affezione e prevenzione del randagismo in materia di randagismo’. È esclusa, dunque, qualsiasi forma di intervento drastico nei confronti degli animali che, una volta effettuate tutte le verifiche sanitarie, potranno continuare a circolare liberamente ma sotto controllo nel sito”.

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