Alla scoperta di Bobbio ‘Il borgo dei borghi’ dell’Emilia Romagna

“L’incoronazione a Borgo dei borghi d’Italia rappresenta il coronamento di vent’anni di lavoro per creare un brand turistico del nostro meraviglioso paese”. Ad affermarlo Roberto Pasquali, sindaco di Bobbio dal 1999 e consigliere comunale dal 1985, all’indomani del successo decretato dal programma di Rai3, condotto da Camila Raznovich e dedicato ai borghi più belli d’Italia.

“Le carte vincenti sono la nostra storia e la nostra cultura – prosegue – ma anche l’essere inseriti in un contesto, la Valtrebbia, che Hemingway ha definito la vallata più bella del mondo. Abbiamo un meraviglioso fiume balneabile, una natura selvaggia sui nostri monti e richiami storico artistici unici in paese”.
Affacciata sul fiume Trebbia, la cittadina di Bobbio risente delle influenze delle regioni con cui confina e di cui in passato ha fatto parte (Liguria, Lombardia e Piemonte). Il paese è ai piedi del Monte Penice a 272 m di altezza con poco più di 3500 abitanti, che si triplicano nella stagione calda. La storia di Bobbio si identifica soprattutto con quella del monaco missionario irlandese Colombano che vi è morto nel 615 e con il Monastero di San Colombano, da lui fondato nel 614, dove hanno sede il museo e il celebre scriptorium. Altro simbolo di Bobbio è il famoso ponte Vecchio, detto anche Gobbo o del Diavolo. Un ponte di età romanica lungo 280 metri con undici arcate diseguali tra loro. Bobbio è anche il paese natale del regista Marco Bellocchio, che qui da anni in estate organizza il suo Festival del Cinema.
“Bellocchio è un altro fiore all’occhiello del nostro paese – conferma Pasquali – e il suo festival a contribuito in modo determinante a fare da traino per il turismo. Ma grandi meriti vanno anche ai nostri commercianti, che mantengono alta la bandiera della tradizione e della tipicità con i loro negozi”.
Da vedere a Bobbio anche la piazza San Francesco, il santuario della Madonna dell’Aiuto (1621) e il monastero di San Francesco, conservatosi nello stile francescano rustico del XIII secolo con chiostro del XV secolo, mentre la chiesa è stata ricostruita in forme barocche all’inizio del Settecento.

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