Roma, nonostante la crisi, resta una delle città preferite da milioni di stranieri ed italiani. A renderlo noto l’Osservatorio Fiavet Lazio che evidenzia come nel 2011 i flussi turistici nella Capitale abbiano fatto una crescita della domanda turistica tra il 5-6% nei mesi di bassa stagione al 14% nei mesi di alta stagione, con una media annuale che sfiora il 10% in più rispetto allo scorso anno.
Al top il mercato americano con il primato di arrivi (+13%). Ci sono poi i Paesi ‘Bric’: Brasile +18-20%, Russia +17-18%, India +16%, Cina +15%. In aumento anche il mercato canadese (+14%), coreano (+12%), australiano (+19%), argentino (+17%) e messicano (+12%). Buono anche il flusso proveniente dall’Europa con Francia a +15%, Spagna +13%, Germania e Gran Bretagna a +11%, Polonia a +18%. In ripresa anche il flusso dal Giappone che registra un +8%. Invariata la permanenza media: 3,2 notti per gli italiani, 2,8 per gli stranieri. Per quanto riguarda la sistemazione alberghiera la richiesta si divide tra le 3 e 4 stelle. In aumento i b&b. La capacità di spesa media al giorno è diminuita del 3%. Ma il Lazio e Roma continuano ad essere scelti dagli italiani per trascorrere il Capodanno.
“Per quanto riguarda la settimana che va dalle festività natalizie a Capodanno abbiamo registrato un -6% rispetto allo scorso anno, stima che prevediamo possa ancora aumentare negativamente viste le poche richieste pervenute – dichiara Andrea Costanzo, presidente Fiavet Lazio. Il +28% di famiglie laziali passerà le feste natalizie tra le mura domestiche, tra chi partirà l’82% starà fuori un weekend, il 18% 1 settimana”.
Viterbo incrementa il numero di presenze di oltre il 50%, seguito da Latina e Rieti; l’Umbria e la Toscana rimangono le scelte preferite per dedicarsi ad un turismo all’insegna dello slow food e slow life.
Per chi ha scelto di varcare i confini nazionali, i weekend lunghi nelle capitali europee rimangono le scelte più gettonate. Per le mete a lungo raggio al top gli Stati Uniti, i Caraibi o il Brasile.
“Il riacutirsi della crisi nel Maghreb – conclude Costanzo – ha di nuovo bloccato le richieste di soggiorni nelle località del Mar Rosso, segmento di difficilmente sostituibile per il ceto medio maggiormente colpito dalla contrattura economica, perché accessibile economicamente e facilmente raggiungibile”.