Enogastronomia volano per la ribalta di VisiTuscia

“Quest’edizione di VisiTuscia, improntata all’enogastronomia, testimonia che la strada della qualità nella tipicità da tempo intrapresa, contribuisce a far emergere le nostre imprese e i nostri prodotti”. È quanto ha affermato Vincenzo Peparello, presidente della Confesercenti di Viterbo e ideatore di VisiTuscia. 

“Accanto all’aspetto storico e archeologico – ha aggiunto Peparello – un ruolo importante riveste l’enogastronomia come hanno dimostrato gli operatori intervenuti il cui interesse per le nostre produzioni è stato notevole. Quest’anno erano presenti 31 buyer di cui 10 provenienti dall’estero e in particolare dalla Lettonia, Polonia, Regno Unito, Romania e Russia. A 10 giorni dalla chiusura dei lavori è giunta alla nostra segreteria un plauso per come è stata organizzato il workshop e soprattutto per come stanno andando le trattative avviate ai tavoli”.

Turismo e enogastronomia è il binomio vincente per un rilancio della Tuscia in campo nazionale ed estero. Molto apprezzato il tour riservato agli operatori tra i quali quest’anno c’erano alcuni importatori di prodotti dell’agro-alimentare provenienti oltre che dall’Italia, da altri paesi europei (Albania, Germania, Iran, Moldavia, Regno Unito e Romania).

L’itinerario ha interessato, la Strada dell’olio DOP di Canino e la Strada del Vino e dei prodotti tipici della Teverina, passando per Montefiascone e soffermandosi a Bolsena.

“Con questa edizione – ha detto Peparello, si è rafforzato il convincimento sulle potenzialità della nostra terra ad accogliere turisti interessati ad abbinare alla visita culturale e artistica quella enogastronomica”.                                          

“La Tuscia – ha sottolineato Domenico Merlani, presidente Cciaa Viterbo – vanta una vasta produzione enogastronomica, che ne fa un vero e proprio paradiso per gli amanti della buona tavola. Tale quantità e varietà di prodotti tipici è il riflesso non solo di un’antica tradizione agro-pastorale, ma anche delle stesse caratteristiche chimiche e geologiche della zona. Un’enogastronomia che fonda le sue basi su 2 prodotti: l’olio e il vino, senza sottacerne altre come la nocciola, la castagna o la patata”. 

 

 

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