La recente delibera della Giunta capitolina, che adeguerà da ottobre l’imposta di soggiorno per gli ospiti delle strutture ricettive, pone in difficoltà più di altri il settore extra-alberghiero, in particolare quelle ‘Case per Ferie’ di matrice religiosa e no-profit, che a Roma rappresentano una significativa fetta dell’offerta ricettiva per i pellegrini da tutto il mondo, con circa 20.000 posti letto.
Infatti, mentre per gli hotel di categoria equivalente gli aumenti dell’Imposta vanno dal 25% al 50%, gli ospiti delle Case religiose subiranno un aumento del 71%, passando da 3,5 a 6 euro a notte.
Al di là del dato numerico e dell’inevitabile diminuzione degli ospiti, come dichiara il presidente dell’Associazione Ospitalità Religiosa Italiana, Fabio Rocchi: “Il fatto riveste una notevole gravità perché gli introiti derivanti dall’ospitalità sono quelli che alimentano le attività assistenziali, caritatevoli e missionarie dei rispettivi enti religiosi e no-profit”.
In una lettera inviata al sindaco Gualtieri e all’Assessore Onorato, Rocchi ha rimarcato che in questo modo verranno colpite “quelle iniziative sociali che vedono proprio Roma quale beneficiaria quotidiana, negli interventi verso gli Ultimi e i più bisognosi che popolano la Capitale, sollevando talvolta proprio l’Amministrazione cittadina dalle difficoltà che tali situazioni creano”.
Per questi motivi l’Associazione ha chiesto una revisione di quanto deliberato, in modo da proporzionare gli aumenti a quelli delle altre categorie ricettive.