Roma ci riprova: dopo la prima edizione da tv del 1960 e la bocciatura per il 2004, la città eterna tenta ancora una volta la carta olimpica. Per i Giochi del 2020 la Capitale ha presentato ufficialmente il dossier da aspirante candidata: il budget per la candidatura è di 42 milioni di euro, mentre quello operativo, nel caso in cui Roma dovesse battere prima la concorrenza interna di Venezia e poi quella delle avversarie straniere, ammonterebbe a 1 miliardo e 900 milioni. Ne serviranno circa 13, di miliardi, per la realizzazione dei Giochi, infrastrutture comprese. Per quel che riguarda il turismo, che si stima crescerà del 20%, il progetto prevede 74.948 stanze nel raggio di 10 km dal centro della città, di cui 49mila in hotel. In totale le camere nel raggio di 50 km saranno 113.674. Due i poli principali: uno a nord con il Parco olimpico, che assorbe l'area del Foro Italico con lo stadio Olimpico (cerimonia inaugurale, atletica e finale calcio) e quello del nuoto, la zona dell'Acquacetosa (pentathlon, hockey e tiro con l'arco), il Flaminio (rugby a sette). Ma anche Tor Di Quinto, pronto a ospitare il villaggio olimpico, che comprende anche i grandi centri stampa media e tv (MPC e IBC). L'altro polo è a sud-ovest: dall'Eur, passando per la nuova Fiera di Roma fino al mare di Ostia, per le gare di vela e il nuoto in acque libere. Ma c'é un terzo polo, quello di Tor Vergata, con una struttura faraonica, palazzetto indoor da 15mila posti e piscine per un investimento da 608 milioni. A fare da ossatura al quadrante olimpico nord il parco fluviale, per un sistema di collegamenti alternativo. Le date scelte, così come per Venezia, sono dal 24 luglio al 9 agosto (le Paralimpiadi 19-30 agosto). E Roma ha lanciato un ponte anche con l'Aquila, coinvolgendo la città distrutta dal terremoto dello scorso anno, come una delle sedi del torneo olimpico di calcio.