“Non si può che essere lieti della iscrizione della Via dell’Amore nell’elenco dei beni di interesse culturale. Appare strano, però, che essa venga dichiarata ‘monumento’ senza che, a oltre 3 anni dalla frana, sia stato approntato un progetto o un finanziamento pubblico per la sua riapertura”. Ad affermarlo una nota la direzione del Parco delle Cinque Terre.
“Stupisce anche che, con la sua elezione a monumento, si saluti con soddisfazione l’idea che la ‘Via dell’Amore’, sottratta al Parco Nazionale, venga recuperata e gestita da privati. Come? per quanto tempo? con quali garanzie di rispetto per l’ambiente e della sicurezza? Certo – dicono dall’Ente Parco – è augurabile che qualcuno, prima o poi, faccia qualcosa, ma sarebbe meglio tener conto fin d’ora che un Parco Nazionale, territorio Unesco, non possa essere sezionato, e che quel monumento, tornato alla luce – speriamo il più presto possibile – resti parte del paesaggio e del suo sistema di tutela.
L’Ente Parco, esautorato per ragioni incomprensibili dal progetto di ricostruzione, è sempre stato pronto a collaborare ad ogni iniziativa di recupero: quanto tempo si sarebbe risparmiato se il Comune di Riomaggiore avesse subito trovato nel Parco Nazionale il finanziatore del progetto?. È necessario che l’eventuale ingresso di privati nella vicenda della Via dell’Amore sia l’esito di decisioni di alto profilo istituzionale, per ciò che il sentiero rappresenta come immagine internazionale e per i delicati profili di sicurezza pubblica che esso chiama in causa”, conclude la nota del parco.