Cenacolo e Brera chiusi per sciopero e i visitatori restano fuori

Ieri, 7 aprile, il Cenacolo e la Pinacoteca di Brera a Milano sono rimasti chiusi perché i dipendenti dei Beni culturali della Lombardia hanno aderito allo sciopero regionale dei lavoratori del pubblico impiego. Aperti ‘a metà’ invece la biblioteca Braidense di Milano, le Grotte di Catullo, il Castello Scaligero a Sirmione (Brescia) e il Palazzo Ducale di Mantova.    

“Il diritto di sciopero – hanno spiegato Cgil, Cisl e Uil in un comunicato – deve essere contemperato con il godimento dei diritti alla persona, costituzionalmente tutelati, tra cui è compreso anche quello all’apertura al pubblico dei musei e luoghi della cultura; la questione è regolata da uno specifico accordo del 23 febbraio scorso che prevede entro 60 giorni la definizione di accordi locali finora non fatti. Nel caso del Cenacolo Vinciano – hanno aggiunto – le Organizzazioni Sindacali si sono fatte carico di sollecitare la Direzione del Polo Museale a convocare un incontro che avrebbe consentito una fruizione almeno parziale dei dieci Musei, che gestisce, nella giornata di sciopero; la convocazione è arrivata a meno di 12 ore dall’inizio dell’agitazione, ma l’Amministrazione non ha presentato alcun piano valutabile in termini di numeri di personale da utilizzare, spazi espositivi da garantire, organizzazione dei turni”.

Quindi non c’è stato nessun accordo, ma allo stesso tempo la direzione “sembrerebbe non aver avviato le procedure di precettazione e gravemente non aver informato i visitatori prima di oggi, né aver disdetto le prenotazioni. E il risultato, con il pubblico che ha trovato le porte del Cenacolo chiuse – secondo i sindacati – è un evidente il danno d’immagine”.

“Il direttore del polo museale della Lombardia non è stato informato dell’adesione del personale Mibact allo sciopero generale – ha affermato l’ufficio stampa del Mibact – Ciononostante – il tavolo negoziale con i sindacati è stato convocato nel pomeriggio di ieri e l’amministrazione ha presentato diverse soluzioni per scongiurare le chiusure nel rispetto della normativa sul diritto di sciopero nei servizi essenziali e dell’accordo raggiunto tra l’Aran e i sindacati validato dall’Autorità di garanzia per gli scioperi. Il sindacato – conclude la nota – non ha tuttavia accettato nessuna delle soluzioni proposte”.   

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