Servono al più presto tariffe adeguate per i servizi aeroportuali, in Italia ferme da anni. A rilanciare la richiesta che da tempo avanzano le società di gestione degli scali italiani è stato l’amministratore delegato della Save (Venezia) Paolo Simioni che ha partecipato a Bologna, insieme ad alcuni colleghi italiani, ad un convegno sullo sviluppo del settore extra/aviation in un confronto internazionale con gli scali di Amsterdam e Monaco di Baviera. Simioni ha ricordato che oggi un aereo che atterra in Italia paga in media il 30% in meno di quello che paga lo stesso aereo che atterra in Europa. "Lo Stato non ha capito o non vuole capire che i gestori stanno soffrendo per il mancato adeguamento delle tariffe", ha proseguito Simioni in un ragionamento condiviso dal vertice di Sab, società di gestione dell’aeroporto di Bologna. "Sottoscrivo pienamente. Oggi non ci sono le certezze per gli investimenti", ha fatto eco Ivan Bassato, direttore operativo dello scalo di Torino mentre Silvio Pippobello, amministratore delegato della Geasar (scalo di Olbia-Costa Smeralda), è stato ancora più netto: "queste tariffe non ci danno la possibilità di produrre profitto".