Il sistema aeroportuale italiano è vicino al collasso

Il rapporto voluto da Enac e ministero servira per nuovo piano aeroportuale

Il sistema aeroportuale italiano è "esausto", paga ritardi e risparmi negli investimenti rispetto a quanto fatto nel resto d’Europa. Dunque se volumi di traffico dovessero crescere in modo rilevante, molti scali italiani non reggerebbero la crescita. Ecco perché servono investimenti urgenti. Circa 20 miliardi in venti anni. L’allarme emerge dalla "presentazione dello studio sullo sviluppo della rete aeroportuale nazionale", un lavoro di analisi che il ministero dei Trasporti e l’Enac hanno affidato a One Works, Nomisma e Kpmg, e che rappresenta la base per la definizione del nuovo piano aeroportuale. Lo studio verrà completato a inizio 2010: fornirà gli "indirizzi progettuali" per il piano nazionale degli aeroporti su cui lavora la commissione Enac-ministero Trasporti.
Oggi i 47 aeroporti analizzati dispongono di una superficie dei terminal di 1,3 milioni di mq: 20 mq per passeggero, meno dei 25 dello standard raccomandato. Va meglio per la capacità dei piazzali, superiore allo standard. Il rapporto sottolinea i tempi lunghi di realizzazione delle opere: in media 11 anni per le infrastrutture di valore oltre i 50 milioni, di cui 52 mesi solo per progettazione e appalto. Tra i fattori che penalizzano il sistema italiano, il rapporto segnala che "particolare preoccupazione desta la scarsa disponibilità di suolo per gli ampliamenti degli aeroporti. I 20 principali scali italiani, dove si concentra un traffico di più di 100 milioni di passeggeri, l’80% del traffico aereo italiano, non hanno all’interno dei sedimi aeroportuali spazi disponibili per futuri sviluppi". Dovranno acquisire aree esterne "spesso già fortemente compromesse da sviluppi insediativi". Gli aeroporti soffrono anche per l’inadeguatezza delle infrastrutture esterne: i collegamenti con il territorio "appaiono ancora scarsi e i livelli di intermodalità risultano, salvo poche eccezioni, complessivamente inadeguati". Il sistema è cresciuto senza una regia: "sconta la mancanza di un chiaro piano di integrazione tra i diversi scali nazionali e di politiche di sviluppo certe". Il rapporto stima i passeggeri a quota 132,4 milioni nel 2009 (un passo indietro per la crisi dai 135,3 milioni del 2007), quota raggiunta con una crescita del 4,3% in media annua dal 2000.

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