Continua la polemica sull’uso dei voucher. “Sappiamo che la crisi legata al Coronavirus ha colpito il settore dei trasporti e quello del turismo duramente – sottolinea Carlo De Masi, presidente di Adiconsum nazionale – ed è auspicabile che i consumatori adottino le decisioni riguardo la cancellazione ed il rimborso con senso di responsabilità. Un voucher può essere accettabile in luogo di un rimborso cash, ma è ingiusto forzare il consumatore ad accettarlo e lo è ancora di più se non vi sono garanzie contro le insolvenze o non è concessa la possibilità di prorogarne la durata o riscattarlo in cash in caso di impossibilità ad utilizzarlo. Bisogna lavorare insieme per trovare soluzioni appropriate ed equilibrate, capaci di tutelare allo stesso tempo l’industria del turismo e i consumatori. Dunque, cccorre un Fondo Europeo per l’emergenza COVID-19 nel settore dei viaggi – conclude De Masi – Questo è quello che il BEUC, federazione delle associazioni dei consumatori a livello europeo, di cui Adiconsum è parte, ha chiesto alla Commissione Europea lo scorso 2 aprile. Analogamente, Adiconsum ha scritto al Governo esponendo le problematiche emerse nella gestione di questa crisi dei viaggi e le sue proposte”.
Adiconsum infatti prova a mettersi nei panni dei viaggiatori e si chiede: “cosa succede se il consumatore non ha la possibilità di usufruire del voucher, ad esempio perché come lavoratore si è visto assegnare tutte le ferie residue durante l’emergenza a fronte delle sospensioni di attività produttive, o perché uno dei familiari si è ammalato? E cosa succede se il volo che aveva acquistato ad un prezzo vantaggioso nel momento in cui potrà usufruirne costa il doppio o il triplo, e per poter usare il voucher sarà costretto ad aggiungerci ingenti somme di denaro? Cosa succede, infine, se la compagnia aerea, l’hotel o il tour operator falliscono? Improbabile che le assicurazioni di viaggio, ove presenti, si facciano carico di questi rimborsi. Il voucher diventa dunque carta straccia”.
Ma l’associazione dei consumatori denuncia anche l’uso di pratiche scorrette da parte degli intermediari online, come quella di emettere un voucher anche quando il biglietto aereo è stato rimborsato in cash dal vettore e addirittura far pagare al consumatore una commissione per lo svolgimento della pratica.