Confindustria Alberghi: decreto aprile ultima chiamata per hotel

Non c’è più tempo. È questo il grido d’allarme che stanno lanciando gli operatori del settore che operano in strutture in affitto. Le misure assunte fino ad ora sono importanti ma, per la nostra industria, ferma ormai da quasi due mesi e che davanti ha ancora quantomeno un periodo analogo prima di poter pensare alla ripartenza, non possono bastare, come fa notare Confindustria Alberghi in una nota.

Al centro in queste ore, anche alla luce delle proroga al lockdown di altre tre settimane, è il tema degli affitti che ha necessità di una soluzione immediata per la salvaguardia delle aziende. Quasi il 50% in Italia tra grandi e piccole e piccolissime, che si trova in affitto è nella impossibilità, in questo momento in cui gli incassi sono a 0, di fare fronte ad un costo che può arrivare anche al 20-25% dei ricavi.

“Il decreto di aprile è l’ultima chiamata per tutelare tante imprese che rischiano, se non interveniamo subito, di non riaprire o di finire in mano a speculatori – denuncia l’associazione -. Sappiamo bene che in un momento di crisi come questo il nostro settore fa gola a molti consapevoli come siamo tutti che quando questa bufera sarà passata l’Italia tornerà al centro del mercato turistico mondiale. Agire subito, questo è fondamentale. Sono gli ultimi giorni disponibili per bloccare una crisi, altrimenti irreversibile, che peraltro rischia di trascinare con sé anche parte del mercato immobiliare. Un impatto economico e sociale drammatico per il Paese e per i tanti territori ad alta economia ed occupazione turistica. Non possiamo permettercelo. Sappiamo che, anche in queste ore, si sta lavorando al decreto, il nostro appello è agire ora, agire subito. Dopo non ci sarà più tempo”.

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