Adsi e Confedilizia insieme a favore del patrimonio immobiliare italiano

Confedilizia e ADSI hanno sottoscritto un accordo di collaborazione per rafforzare la cooperazione tra le rispettive rappresentanze territoriali.
Il 2021 e gli anni successivi saranno molto importanti per il settore immobiliare: il Superbonus e gli altri incentivi fiscali per gli interventi sugli immobili saranno essenziali per accrescere (o, in alcuni casi, conservare) il valore culturale ed economico del nostro patrimonio.
Confedilizia e Adsi promuoveranno la stipula sul territorio di convenzioni per il rilascio delle attestazioni di rispondenza relative ai contratti di locazione, per lo svolgimento degli adempimenti relativi al Superbonus del 110% e alle altre detrazioni fiscali sugli immobili, nonché per ogni assistenza connessa alla proprietà immobiliare in genere.

Per Giacomo Di Thiene, presidente dell’Associazione Dimore Storiche Italiane, “le dimore storiche  costituiscono un vero e proprio polo di attrazione turistico nonché un volano per l’economia, in particolare quella dei piccoli borghi, che ospitano il 29% degli edifici storici. L’impegno con Confedilizia consente di rimarcare alcune richieste che ADSI da tempo rivolge alle istituzioni in campo fiscale, a partire dalle richieste di un allargamento del tax credit sulle spese di manutenzione e restauro degli immobili storici: agevolazioni che, se introdotte, andrebbero a beneficio delle micro e piccole imprese che operano nei territori dove le dimore insistono e garantirebbero la conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale privato che – come spesso sottolinea il ministro Dario Franceschini – non è un patrimonio di serie B”.

“Da tempo Confedilizia insiste sulla necessità di operare affinché la ricchezza costituita dai nostri borghi possa tornare ad essere vitale – ha detto Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia – E il turismo, in quest’ottica, tornerà ad essere uno snodo in cui la proprietà immobiliare privata diffusa potrà svolgere un ruolo fondamentale. Di qui l’esigenza, da un lato, di estendere al massimo l’ambito di applicazione degli incentivi fiscali per riqualificare gli immobili interessati dal punto di vista estetico, funzionale, di sicurezza, energetico e, dall’altro, di ridurre il macigno che sul patrimonio immobiliare in parola grava sotto forma di tassazione patrimoniale, attraverso quell’Imu che a partire dall’anno 2012 è stata quasi triplicata”.

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