La Federazione Nazionale F.A.R.E. controbatte alle affermazioni del sindaco di Firenze, Dario Nardella, sostenuto anche dai sindaci Matteo Lepore, di Bologna, e Giorgio Gori, di Bergamo, in merito alle dichiarazioni sulla limitazione degli affitti brevi.
“Come già ribadito in più occasioni, non possiamo più accettare che i sindaci delle nostre città continuino a definire gli ‘affitti brevi’ come ‘gli airbnb’ – afferma il Presidente F.A.R.E. Delia di Maio – Airbnb non è una forma di ricettività, ma solo una delle tante Online Travel Agency dove pubblicizzare le attività, una mera vetrina alla pari di Booking.com o Expedia, solo per citarne alcune. All’interno di queste piattaforme di prenotazioni online è possibile trovare tutte le forme di ricettività: alberghiera, extralberghiera, campeggi, agriturismo e locazioni turistiche (affitti brevi)”.
Per l’Associazione i tre sindaci si sono scagliati contro le Locazioni Turistiche affermando che sia la causa dello spopolamento dei centri storici e dell’impoverimento dell’economia di quartiere. Per F.A.R.E. queste affermazioni sono illazioni senza alcun fondamento se non quello di distogliere l’attenzione dalle reali cause che hanno indotto i residenti a lasciare i centri storici: elevato costo degli affitti, necessità di una diversa qualità degli alloggi, inadeguato contesto ambientale, mancanza di servizi al cittadino, mobilità e contesto urbano non adatti alle esigenze delle famiglie moderne. “Inoltre, – aggiunge di Maio – non hanno ben compreso che sono i viaggiatori a scegliere e non i regolamenti dettati dai Comuni, senza considerare l’utilità sociale che questa tipologia di locazione svolge nel corso dell’anno, i benefici per l’economia diffusa di interi quartieri, per le famiglie dei locatori e tutto l’indotto.
“Assistiamo nuovamente ad una totale mancanza di dialogo e confronto con la parte più rilevante del settore ricettivo – continua il Presidente – Queste sono chiaramente iniziative rivolte a foraggiare il settore alberghiero e ci chiediamo se non servano anche ad incrementare il numero di immobili da ‘svendere’ agli investitori stranieri per realizzare alberghi, centri benessere, suites di lusso, student hotel, come già successo negli anni scorsi”.