“La legge che sopprime il Fondo Nazionale di Garanzia e trasferisce alle imprese turistiche l’onere di garantire al consumatore il rimborso in caso di insolvenza o fallimento è ancora decisamente inadeguata e confusa”. Parola di Fulvio Avataneo, presidente dell’Aiav (Associazione Italiana Agenti di Viaggio) che si dichiara fortemente perplesso e sconcertato in merito ad una legge a suo avviso “fatta con i piedi”, confusa e insopportabile e mette in guardia i propri associati invitando l’intero comparto ad attendere i dovuti chiarimenti prima di prendere in considerazione qualsiasi opzione.
“Proprio l’assenza di un decreto attuativo (già chiesto a gran voce al ministero competente) – si legge in una nota di Aiav – svuota la legge di ogni contenuto: nessuna chiarezza sulla congruità della garanzia o sulle modalità operative dei fondi privati, nessun accenno alle eventuali sanzioni a carico degli inadempienti, nessuna distinzione tra le diverse tipologie d’impresa e, last but not least, l’inesistente considerazione verso la nuova Direttiva Europea (che rimescolerà le carte tra poco più di un anno), impongono una più attenta valutazione delle situazioni e delle opportunità oggi disponibili.
Ad oggi, infatti, una sola compagnia assicurativa italiana ha avanzato una proposta (attualmente in pending) mentre l’unica proposta assicurativa sottoscrivibile proviene dai due principali broker assicurativi (Garrone & Boschet e Borghini & Cossa) uniti su un prodotto ‘made in England’. Una sola proposta assicurativa che, per assenza di concorrenza, non rappresenta certo la miglior opportunità possibile”.
“Il Governo sia chiaro – conclude Avataneo – e ci dica in che misura e con quali modalità dovremo garantire il nostro cliente, e noi lo faremo. Dovranno però essere misure e modalità ragionate e pesate con attenzione, perché le nostre imprese non sono disposte a gettare via i soldi dalla finestra. E sarebbe anche opportuno conoscere quali sanzioni si applicheranno agli inadempienti, e se le stesse condizioni e sanzioni verranno applicate anche alle ‘associazioni senza scopo di lucro’ che molte leggi regionali favoriscono rispetto alle nostre imprese”.