Altroconsumo contro politiche di greenwashing delle compagnie aeree

Dopo l’adesione di Altroconsumo alla campagna dell’Organizzazione europea dei consumatori (Beuc) – di cui fa parte – e le segnalazioni inviate assieme ad altre 22 organizzazioni Ue, le autorità hanno avviato un procedimento nei confronti di 20 compagnie aeree per greenwashing. Secondo l’Associazione queste compagnie tendono a vendere biglietti con sovrapprezzo per finanziare l’uso di carburanti sostenibili, viaggi a CO2 compensata e voli a “emissioni nette zero” con l’escamotage di finanziare la riforestazione. Ma dietro la strategia di comunicazione che, sempre più spesso, contribuisce a far passare le compagnie aeree come società attente all’ambiente, si nasconde una realtà fumosa e ingannevole. Le informazioni sui siti sono, infatti, fuorvianti e prive di fondamenti scientifici.

Chiedere un contributo ai consumatori per sostenere la causa della lotta alla crisi climatica è una pratica ormai consolidata messa in atto da diverse compagnie, ma è anche un modo per riversare la responsabilità dell’impatto ambientale sul singolo consumatore, così che i vettori riescano a ribaltare a proprio favore una situazione di scomodo, deresponsabilizzandosi. Ma dietro la crescita di messaggi di questo tipo c’è la mancanza di una strategia comune tra i Governi dopo l’accordo di Parigi. Proprio questa lacuna ha fatto sì che i vettori investissero in progetti per controbilanciare le emissioni dovute ai propri voli e che utilizzassero la compensazione e le “emissioni nette zero” per mitigare l’impatto sull’ambiente.

Le compensazioni ambientali, inoltre, vengono utilizzate dalle compagnie come scusa per rimandare il problema ed evitare di ridurre effettivamente le emissioni: in questo modo si giustifica la possibilità di continuare a inquinare, con la scusante che si stanno compensando le emissioni. Ma il dato di fatto è che, attraverso queste iniziative, le compagnie non riescono a mitigare il danno provocato sull’ambiente dai viaggi aerei. Per parlare di una reale compensazione ambientale, queste iniziative dovrebbero rispettare alcuni criteri specifici, per esempio essere permanenti. Anche l’escamotage dell’utilizzo di carburanti sostenibili, sostiene Altroconsumo, non è indice di una reale attivazione per la decarbonizzazione del settore dell’aviazione, perché i carburanti sostenibili per l’aviazione (SAF) non saranno ancora disponibili su vasta scala almeno prima della fine del prossimo decennio.

Secondo un regolamento Ue dello scorso aprile, infatti, le quote di SAF messe a disposizione negli aeroporti degli Stati Ue dovrà essere del 2% nel 2025 e dovrà aumentare progressivamente, fino a raggiungere quota del 20% nel 2035 e fino a superare il 50% tra il 2045 e il 2050. Questo conferma che chiedere un contributo ai consumatori per supportare i carburanti “green” in questa fase è del tutto ingannevole.
Altroconsumo, insieme al Beuc e alle 22 organizzazioni coinvolte, sono quindi Impegnati a cambiare per supportare quotidianamente i consumatori nelle proprie scelte di consumo consapevole.
editore:

This website uses cookies.