Chiusure e posti di lavoro a rischio in città d’arte, allarme di Fipe

“Nelle città d’arte e in particolare nei centri storici, la situazione è tornata di grandissima crisi. Solo nel 2020 hanno chiuso in Italia 20mila aziende tra i pubblici esercizi e nel 2021 ne stimiamo altrettante. Mancano i turisti, il ritorno dello smart working impatta e le attività chiudono. E a questo vanno aggiunte le chiusure temporanee a causa di Covid o quarantene”. A dipengere il quadro della situazione attuale èil direttore generale della Fipe Roberto Calugi, che lamenta decine di migliaia di posti a rischio.

“Saltano le aziende di catering, i ristoranti di aeroporti e stazioni, le mense per non parlare di discoteche e sale giochi – afferma la Fipe -. Stiamo chiedendo al governo almeno la proroga della Cig Covid. Dal primo gennaio è scaduto il divieto di licenziamento ma se non si riescono a tenere le aziende in piedi si è costretti a licenziare decine di migliaia di persone”. Sul fronte della ristorazione secondo Calugi il settore va a due velocità, “i ristoranti di quartiere, per esempio, tengono meglio, mentre nei centri storici delle città d’arte c’è grande sofferenza”.

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