martedì, 24 Dicembre 2024

Federalberghi/2: Italia 4/a al mondo per ricettività

Nell’ultimo decennio è migliorata la qualità dell’accoglienza

Quarta nel mondo per numero di camere d’albergo, seconda in Europa per numero di alberghi ma prima per numero di camere e posti letto e ancora seconda in Europa per numero di pernottamenti. Sono i numeri raccolti nel rapporto 2007 commissionato da Federalberghi alla società Mercury. Per quanto riguarda il numero delle stanze, non è del tutto ininfluente la dimensione territoriale del Paese. Si spiega anche così il primo posto degli Stati Uniti, con 4,4 milioni di stanze, seguiti dal Giappone con oltre 1,5 milioni e dalla Cina con 1,3 milioni. L’Italia offre poco più di 1 milione di camere e distanzia notevolmente la Spagna che dispone di quasi 800 mila camere e la Francia che ne offre appena 630 mila. Per quanto riguarda il numero di alberghi in Europa primeggia la Germania con 36,5 mila strutture seguita dall’Italia con 33,5 mila hotel. Seguono quindi il Regno Unito con quasi 33 mila strutture, la Francia con quasi 20 mila alberghi e la Spagna con 17,6 mila hotel. Se però si mette a confronto la capienza ricettiva europea, l’Italia non ha rivali: oltre 1 milione di camere ed oltre 2 milioni di posti letto, rispetto a Germania (890 mila camere e 1,6 milioni letti), Spagna (800 mila camere e 1,6 milioni letti) e Francia (630 mila camere e 1,7 milioni letti). Nel decennio 1995-2005 il sistema alberghiero italiano ha vissuto uno sviluppo qualitativo ed una trasformazione fondamentali. Gli alberghi ad 1 stella sono passati dal 27,7% del totale al 15%, gli alberghi a 2 stelle dal 31,9% del totale al 23,6%, quelli a 3 stelle, invece, dal 33,4% del 1995 sono saliti al 49,7% del 2005, quelli a 4 stelle dal 6,7% all11% ed i 5 stelle dallo 0,2% allo 0,7% del totale. Quanto infine alla distribuzione degli alberghi per tipologia turistica si nota come le località di mare la facciano da padrone con il 28,1% del numero di alberghi, seguono in classifica le località montane con il 21,6%, le città d’affari con il 20,5%, e le città d’arte con il 13,9%.

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