Federturismo al Senato: potenziare fondi di ristoro in tempi rapidi

“Quelli che ci aspettano saranno mesi molto delicati e i ristori, questa volta, dovranno arrivare in tempi rapidissimi ed essere davvero adeguati al sacrificio che si chiede alle imprese e ai lavoratori”. Lo ha detto la presidente di Federturismo Confindustria Marina Lalli intervenendo all’Audizione al Senato sulla conversione del Decreto Ristori.

“Ribadiamo la necessità – ha aggiunto Lalli – che i vari fondi di ristoro e i diversi strumenti di finanziamento introdotti in questi mesi vadano non solo confermati, ma ulteriormente potenziati per tutte le filiere, integrando quelle che sono state finora escluse senza un motivo oggettivo. Servirebbe subito un fondo dedicato al mondo aeroportuale che consenta di programmare la ripartenza per riportare, appena sarà possibile, i turisti a visitare l’Italia. Per dare un vero aiuto alle imprese, sarebbe opportuno che anche il calcolo sulle perdite per ottenere il fondo perduto non sia fatto con riferimento al mese di aprile, forse il più basso dell’anno per le imprese turistiche, ma alla media calcolata sui 12 mesi del 2020 sul 2019. Riscontriamo, tra l’altro, con preoccupazione come anche nella lista dei codici ATECO allegata al provvedimento manchino all’appello molte filiere, ad esempio quella dei bus turistici che lavorano nel mercato delle gite scolastiche e che hanno visto azzerato il loro business. Così come tutto il mondo dello spettacolo viaggiante, dei parchi a tema, dei parchi zoologici e dei parchi divertimento: a tutti gli effetti componenti della filiera turistica.
Sarebbe, inoltre, necessario poter consentire anche a TO e AdV, ai parchi acquatici, tematici e faunistici e di divertimento di poter accedere al tax credit per le locazioni e rientrare tra i soggetti beneficiari della cancellazione della seconda rata IMU contemplata finora solo per il settore della ricettività. Riteniamo, infine, fondamentale che vengano alzate le aliquote del ristoro previste nel Decreto portando il limite dei 150.000 euro ad almeno 300.000 euro”.

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