Federturismo, Lalli: disfatta totale specialmente per montagna

Il 2021 sembrava l’anno dell’orizzonte ideale per il mondo del turismo, ma dopo una estate da favola, la variante Omicron ha letteralmente riportato l’inverno nei mesi freddi, con un crollo dei viaggiatori durante le vacanze natalizie, al punto che si è arrivati a toccare una parola e a renderla pubblica: ‘disfatta’.
“È stata una disfatta totale perché alla vigilia della riscossa del turismo, cioè nel periodo del turismo bianco e invernale che è un altro dei picchi del turismo italiano è arrivata la variante Omicron ed ha fatto crollare tutto. La gente non si è più mossa come avrebbe voluto e le disdette sono state parecchie purtroppo”. È l’amara constatazione che fa la presidente di Federturismo Confindustria Marina Lalli. “Soprattutto la povera montagna – sottolinea – per il secondo anno di seguito ha preso una bella mazzata. E le città d’arte sono proprio non pervenute. Insomma è stata una totale Caporetto”.
Davanti a questo totale disastro Federturismo non vede misure di risposta adeguate: “Vediamo qualche piccolo tamponamento – spiega la Lalli – ma si deve capire che o si prende in mano per bene la situazione o questi piccoli correttivi, annunciati a due giorni dalla scadenza come ad esempio la cassa integrazione, non fermano l’emorragia”.
Lalli parla anche dell’entità dei fondi stanziati e del loro arrivo spesso in ritardo: “Quanti sono i soldi che intendono mettere su questo settore? I 700 milioni che dobbiamo dividere tra tutti? Come possiamo ricoprire le perdite anche in parte?”. A farne le spese, oltre agli imprenditori, ovviamente i lavoratori. “Abbiamo cominciato a vedere i licenziamenti a centinaia, negli alberghi ma tutto il settore sta affogando. È come una valanga, è una storia che andrà rotolando e facendosi sempre più enorme se non la fermiamo”, commenta la presidente.
Le previsioni per il futuro sono pessime: “Non rimane che aspettare l’estate per il piccolo momento di tregua che il virus ci lascia. Ma un settore non può vivere su due mesi di tregua a luglio e agosto. E poi mancano ancora tutti gli stranieri. L’industria turistica non si può reggere su due mesi estivi di viaggio solo degli italiani”, conclude Lalli.

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