Il 4,5% dei lavoratori attivi è impiegato nel turismo, cifra che raddoppia (circa il 10,6%) se si allarga lo sguardo all’indotto. Di questi il 57,9% è costituito da donne, mentre il 64,5% del totale ha un contratto a tempo indeterminato. Lo dicono Federalberghi, Fipe (Federazione dei pubblici esercizi) e Ebnt (Ente bilaterale nazionale del turismo) sulla base di un censimento “contributivo” che ha utilizzato e rielaborato i dati dell’Inps riferiti al 2006. “Se riuscissimo a quantificare tutto l’indotto – ha spiegato Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi – ci sentiamo sicuri di immaginare un numero prossimo ai 2,5 milioni di persone che direttamente o indirettamente traggono benefici economici dal turismo e dunque per questo merita adeguata attenzione dal governo”. Scendendo nel dettaglio, nel ricettivo figurano 221.612 dipendenti, nei pubblici esercizi 508.285, nell’intermediazione 33.016 e nel termale 9.095. Le aziende attive nel turismo sono 137.092 aziende: 21.385 svolgono servizi ricettivi, 109.101 sono i pubblici esercizi. La consistenza media dell’organico di tutte le imprese turistiche è pari a 5,6 lavoratori. Nel ricettivo lavorano 10,4 lavoratori in media per azienda, sono 4,7 nei pubblici esercizi e 28,5 nel termale. Quanto ai livelli professionali, sono pochi i dirigenti: 869. Lombardia ed Emilia Romagna sono le regioni con il più alto numero di occupati nel turismo ma se si scende nella dimensione provinciale, a guidare la classifica degli occupati c’è Milano (87.942), seguita da Roma (64.353) e Napoli (26.526). Più indietro Venezia (23.243) e ultima Bologna (21.752). Infine, la particolare natura del settore, sottoposto a una forte stagionalità, rende particolarmente elevato il ricorso al lavoro part-time.