Ok alla riforma delle guide, perplessità delle associazioni

Dopo l’intesa raggiunta in Conferenza Stato-Regioni sulla disciplina della professione di guida turistica (leggi la news), resta la perplessità delle associazioni di categoria.

ConfGuide, pur apprezzando la Riforma, evidenzia anche che “è stata via via depotenziata in questi mesi rispetto all’impianto originario, che conteneva le caratteristiche qualitative che riteniamo necessarie per la figura della guida turistica. Anche il fatto che il Regolamento approvato non si applichi alle Regioni a Statuto speciale e alle Province autonome, limita l’efficacia della Riforma.
La Legge 190 ed il Regolamento attuativo contengono aspetti positivi, come la definizione della professione di Guida turistica, l’Elenco nazionale, la possibilità di accesso per le guide -per motivi di studio e lavoro- in tutti gli istituti e luoghi della cultura, il divieto di avvalersi di guide turistiche non abilitate, i controlli e le sanzioni.
Di contro, non condividiamo alcuni passaggi, come la deroga per gli Enti del Terzo Settore di effettuare visite guidate senza utilizzare guide abilitate; il titolo di accesso alla professione passato da laurea a diploma, e le lingue straniere passate da due a una. Questo perché la guida turistica è una figura professionale del mondo della Cultura, e aver ridotto i requisiti di accesso determina un abbassamento del livello qualitativo della categoria e comporta una concorrenza non equilibrata tra operatori.
Molte delle modifiche introdotte al quadro normativo di settore sono state chieste dall’Europa. ConfGuide auspica che i nuovi legislatori europei potranno tutelare maggiormente la categoria delle guide turistiche, a partire dalla previsione di percorsi di studio simili per l’accesso alla professione e per garantire qualità e parità di condizioni operative”.

“L’intesa raggiunta sulle guide – commenta Micol Caramello, presidente nazionale di Federagit – è un passo avanti. Il lavoro, però, non è concluso: con nostra grande delusione, infatti, molti dei punti concordati in questi lunghi mesi di confronto – e che noi consideravamo pilastri dell’intervento – sono comparsi solo nella stesura iniziale della legge, senza purtroppo arrivare nel testo finale. Lascia inoltre perplessi la posizione espressa delle Regioni a statuto speciale e delle Province autonome che condizionano l’Intesa alla non applicabilità del Regolamento sui propri territori. Un atteggiamento che va contro i principi espressi dal Legislatore nazionale e che sono alla base di tutta la riforma della professione di guida turistica, andandone a minare proprio la reale applicabilità in modo uniforme. La sensazione – aggiunge – è che, ancora una volta, le guide italiane siano state sacrificate all’altare dell’Unione Europea, con l’obiettivo chiaro di aprire il mercato turistico italiano a guide e accompagnatori di altri paesi, anche se privi di adeguate competenze”.

Ancora più drastica la posizione di Angt. “È sorprendente che le Regioni abbiano accettato, senza consultare la categoria, un regolamento che, a complemento di una legge avvilente, depaupera i loro territori, privandoli di professionisti specializzati che siano in grado di illustrarli, accontentandosi di guide “generaliste” che poco o nulla sapranno del patrimonio storico-artistico di ognuna di esse” si legge in nota. Secondo Angt invece “la legge ha depauperato la professione abolendo la specializzazione territoriale, peculiarità indispensabile per lo svolgimento della professione, che ha abolito la laurea come requisito d’accesso all’esame di abilitazione, che ha abbassato a livelli minimi la conoscenza delle lingue straniere indispensabili per accogliere i visitatori di altri paesi e per illustrare dignitosamente nelle loro lingue il nostro patrimonio nazionale”.

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