Tassa soggiorno, Federterme dice no in comuni termali

Decisione in contrasto con il via libero dato dal direttivo dei Comuni termali italiani

No di Federterme all'introduzione della tassa di soggiorno nei comuni termali "perché rappresenta un aggravio immediatamente percepito" sia per chi fa le cure, sia per il turista termale che infine per le imprese termali, ed incide in modo pesantemente negativo sulle prospettive di uscita dalla crisi in atto. 
La posizione espressa dal Consiglio direttivo di Federterme è in contrasto con il "via libera", deciso a Chianciano, dal direttivo dell'Associazione Comuni termali italiani (Ancot), ai propri associati (41 dei 180 comuni termali italiani) per consentire l'introduzione  della tassa di soggiorno per le strutture ricettive, a partire dal 2012.
Per Federterme quella decisione è unilaterale e rappresenta un vulnus del protocollo sottoscritto da Ancot il 13 aprile nel quale si prevedeva di "operare per la esenzione della tassa di soggiorno (se adottata) per i Comuni termali e per vincolarne l'introito a finalità di promozione del turismo termale".

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