Revisionare la legge quadro sul termalismo (legge 323/2000) e attuare i punti maggiormente qualificanti contenuti nel protocollo sottoscritto tra Federterme e ministero della Salute lo scorso novembre. Questi gli argomenti al centro del tavolo di lavoro a cui hanno partecipato il presidente di Federterme, Costanzo Jannotti Pecci, il presidente di Ancot (Associazione Nazionale Comuni Termali) Franca Roso e Giuseppe Bellandi, componente del consiglio direttivo, il presidente di Forst (Fondazione per la Ricerca Scientifica Termale) Aldo Ferruzzi e il direttore della Scuola di Specializzazione in Medicina Termale dell’Università La Sapienza, Antonio Fraioli, con il sottosegretario al Ministero della Salute, Davide Faraone, presso insieme Edoardo Fanucci e Vanessa Camani, che coordinano l’Intergruppo Parlamentare “Amici del Termalismo” (che aggrega oltre 100 tra Deputati e Senatori di tutti gli schieramenti).
In particolare, Fanucci ha rappresentato la necessità di velocizzare l’iter parlamentare del ddl di riforma 323/00, chiedendo in questo anche l’appoggio del Governo, mentre Camani ha sottolineato l’importanza di un approccio alle questioni del settore che tenga conto in pari misura dei profili sanitari del termalismo e delle esigenze di definire un quadro certo di politiche industriali attivabili nel breve per il settore. Anche le criticità che la Direttiva Bolkestein sta causando dovranno trovare una rapida risposta con un apposito atto di natura governativa e, se necessario, parlamentare.
Jannotti Pecci ha evidenziato l’opportunità che il Parlamento possa addivenire all’approvazione del ddl di riforma almeno in uno dei due rami prima della scadenza della legislatura mentre Franca Roso ha fatto presente come sia necessario procedere alla sottoscrizione di un accordo fra Stato e Regioni affinché sia posta attenzione alle terme, ai suoi territori e al turismo termale.
Ferruzzi, invece, ha ricordato i risultati raggiunti in tema di ricerca scientifica in quasi quindici anni di attività, che hanno consentito al termalismo di mantenere a pieno titolo il diritto di cittadinanza all’interno del Sistema Sanitario Nazionale.
Dal canto suo, Faraone ha assicurato la sua più ampia disponibilità a sostenere le iniziative prospettate sia sul versante parlamentare, che su quello di più stretta competenza del ministero della Salute e del Governo più in generale, nel rispetto delle competenze dei vai dicasteri.