Pronte nuove linee guida musei: si punta a raddoppiare caffè e bookshop

Più ristoranti, caffetterie e bookshop. La ricetta per rilanciare i musei italiani l'aveva dettata non troppi ani fa Mario Resca, il manager voluto da Berlusconi e Bondi ai beni culturali, ma su questo è d'accordo anche l'attuale ministro di Beni culturali e turismo Massimo Bray, che in Senato ha appena annunciato di aver finalmente firmato il testo delle nuove linee guida, base indispensabile per le gare che dovranno essere lanciate in tutta Italia per rinnovare le concessioni da troppo tempo in proroga e permettere l'apertura di nuovi 'servizi aggiuntivi' dove non ci sono. 
Oggi sono presenti solo tre soli ristoranti (Pompei, Reggia Caserta, Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma) per 420 fra musei e aree archeologiche statali, 13 caffetterie, 77 bookshop, con l'aggravio di gestioni da anni in proroga.
"Aumentare considerevolmente il numero di ristoranti, caffetterie e bookshop verrebbe incontro alle esigenze dei visitatori, ma può essere anche un volano per lo sviluppo con tanti nuovi posti di lavoro", sottolinea il direttore generale valorizzazione del Mibact Anna Maria Buzzi.   
Costate oltre otto mesi di lavoro, con il coinvolgimento di una commissione di super esperti del settore, guidati dal magistrato della Corte dei Conti Gianni Palazzi, le nuove linee guida dovrebbero essere a prova di polemiche, ricorsi e contenziosi, quelli che di fatto hanno fatto invalidare le gare avviate all'epoca della direzione Resca.
Ora la direttiva dovrà passare all'ufficio centrale del bilancio e poi alla Corte dei Conti. Prima che le direzioni regionali possano concretamente lanciare le gare passerà quindi ancora almeno un mese. Ma dopo la brutta esperienza di questi anni è bene andare con i piedi di piombo. Anche se per gli uffici della valorizzazione è già un successo, così come i dati sui visitatori dei musei, in crescita del 5% nel 2013, con un +8% degli introiti da biglietti a fronte del generale calo dei consumi denunciato recentemente anche dal Rapporto di Federculture:
"Un risultato che è frutto dell'ascolto e che per noi vale molto, tanto più che è stata abolita la Settimana della cultura", fa notare Buzzi, convinta che i musei italiani "non abbiano da invidiare nulla a nessuno. L'Italia fa quello che fa con un terzo delle risorse della Francia ed un quinto di quelle della Germania", ricorda, "senza calcolare i siti Unesco, che stiamo cercando di valorizzare. Il problema sono semmai le risorse".   

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