Si terrà ad aprile, con ogni probabilità mercoledì 18, l’adunanza generale del Consiglio di Stato per esaminare e decidere la questione legata alle nomine dei direttori stranieri dei musei dopo che venerdì scorso è stata emessa la sentenza che parla di “contrasto giurisprudenziale”.
L’atto spiega che una precedente sentenza del Consiglio di Stato del 24 luglio 2017 “ha ritenuto che l’attività di direttore del museo statale non potrebbe intendersi riservata a cittadini italiani e che sarebbero di per sé legittimi gli atti che hanno consentito la partecipazione di cittadini italiani dell’Unione e la loro nomina tra i vincitori”. Ma ora il collegio della VI sezione “ritiene che si possa dare un’interpretazione diversa”. E per questo richiama il regolamento emanato con il Dpcm 171 del 1994, “mai successivamente abrogato”, che richiede “imprescindibilmente la cittadinanza italiana per il conferimento di incarichi di livello dirigenziale”. I giudici sottolineano come questa norma “sia applicabile nel presente giudizio e non si ponga in contrasto con la normativa Ue”.
La decisione riguarda nello specifico due posizioni: quella di Peter Assmann per la nomina al Palazzo Ducale di Mantova e quella di Martina Bagnoli alla Galleria estense di Modena. Le nomine erano state contestate di fronte al Tar Lazio da uno dei partecipanti alla selezione che aveva impugnato tutti gli atti del procedimento. E il Tar, accogliendo in parte il ricorso, li aveva annullati. La decisione poggiava sul fatto che l’assegnazione dei punteggi non sarebbe stata ben motivata, che i colloqui finali si sarebbero svolti a “porte chiuse” e che per quanto riguarda Assmann, non sarebbe potuto entrare in lizza perché non ha la cittadinanza italiana. Il Ministero dei Beni culturali ha fatto appello al Consiglio di Stato.
Ora però i giudici hanno innanzitutto respinto l’istanza del Ministero, secondo cui la competenza a valutare la questione non sarebbe stata del giudice amministrativo ma di quello ordinario: non è così, ha stabilito il Consiglio di Stato, perché si è in presenza di un concorso pubblico. Altro nodo da sciogliere era se, per questo genere di incarico dirigenziale, il Ministero fosse tenuto a verificare la presenza di professionalità con i requisiti richiesti all’interno dell’amministrazione, prima di attingere all’esterno. E i giudici hanno concluso sostenendo che anche il personale già in servizio ha potuto partecipare alla procedura aperta ed è stato valutato sulla base di una “esplicita motivazione”, così come quello esterno.
Sui punteggi e sulle “porte chiuse”, sono state accolte le tesi del ministero e in particolare la sentenza rileva che “l’assenza della verbalizzazione delle ‘porte aperte’ non può essere intesa nel senso che le prove si sono svolte ‘a porte chiuse'”. Di conseguenza la richiesta di annullare l’incarico di direttore della Galleria Estense di Modena a Martina Bagnoli è stata respinta.
Il problema resta invece aperto per quanto riguarda Assmann e quindi per i direttori stranieri. Per lui, al momento, in attesa della decisione definitiva, i giudici hanno stabilito che resta valida la precedente decisione, e quindi la sospensione della sentenza del Tar che aveva annullato la nomina. In sostanza Assmann rimane al suo posto a tutti gli effetti direttore in carica in attesa di quanto deciderà l’adunanza plenaria.