Franceschini: ecco nuova Riforma Mibact, in vigore dal 1 gennaio 2015

Un più forte contributo dei privati nella gestione e valorizzazione di siti e musei: questa la sostanziale novità della riforma del Mibact varata dal consiglio dei ministri, rispetto alla prima bozza illustrata a luglio dal ministro Dario Franceschini, che resta immutata nell’impianto centrale.    

E Franceschini punta “a fare in modo, correndo ancora come abbiamo fatto in questi mesi, che entri tutto in vigore dal 1 gennaio 2015”. In sostanza, la riforma punta a estendere i modelli di gestione mista pubblico-privata di siti e istituti, ma prevede anche, in base all’articolo 115 del Codice dei beni culturali, la possibilità di dare in gestione diretta a privati alcuni siti. 

Altra novità la divisione tra i compiti di tutela e di valorizzazione e la creazione di due settori del ministero che si occuperanno di educazione alla cultura e di arte e architettura contemporanea. “La cosa più profonda di innovazione, ampiamente dibattuta nel tempo – ha spiegato il ministro – è la distinzione tra tutela e valorizzazione, cioè distinguiamo le soprintendenze dalla gestione dei musei. Finalmente le soprintendenze si occuperanno di tutela del territorio e i musei, grandi e piccoli, saranno gestiti con una logica più dinamica e moderna”.   

La nuova direzione generale sull’educazione “avrà compiti importanti sia rispetto alla formazione del personale sia rispetto alle persone che in futuro lavoreranno nei beni culturali. In più si dovrà occupare di riformare e riabituare i giovani alla lettura, all’arte e alla conoscenza del bello”.    

E ancora altra modifica, l’inserimento del Palazzo Ducale di Mantova nella lista dei venti musei dotati di autonomia speciale (da cui esce, invece, il Museo Nazionale Romano). I musei vanno tutti “verso una forma di maggiore responsabilizzazione, autonomia, investimento di modernizzazione. Diversi i modelli: 20 saranno guidati da un dirigente di prima e seconda fascia, ma questo poco importa, con autonomia contabile gestionale e amministrativa. Sono stati scelti – ha spiegato Franceschini – con criteri che non sono solo il numero di visitatori ma le potenzialità e per questo c’è anche il Museo Archeologico di Reggio Calabria”.

Il terzo livello è quello delle fondazioni miste come il Museo Egizio di Torino e sono previste anche forme di gestione diretta da parte dei privati, “con tutto il buon senso del caso” ha spiegato Franceschini. “Non è che privatizzo gli Uffizi – ha aggiunto – nessuno sta parlando di questo. Si tratta di siti che lo Stato non è in grado di gestire o valorizzare perché non ha risorse e che possono essere, con tutte le garanzie scientifiche sulla tutela o altro, essere affidate o a una gestione mista o a una gestione privata”.   

Altra novità rilevante è che il parere dei soprintendenti non sarà più inappellabile ma riesaminabile. “Abbiamo stabilito che venga riesaminato da una commissione regionale, un organo composto dal direttore regionale, dai soprintendenti e da un direttore del Polo Gran Musei su richiesta di altri enti territoriali interessati” ha spiegato il ministro. L’investimento nella cultura comprende anche il turismo “come uno dei settori trainanti nella crescita del paese” che deve essere “di eccellenza, sostenibile, di qualità, non mordi e fuggi e che non spende”.   

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