Dopo le recenti polemiche e le conseguenti dimissioni di Gennaro Sangiuliano, Alessandro Giuli è il nuovo ministro della Cultura. Per l’ex direttore del Maxxi, che si insedia oggi al dicastero c’è già una mole di grane ad aspettarlo, più di quelle che forse si aspettava. Quella dell’organizzazione del G7 Cultura, definita in extremis dal ministro uscente ma che, come normale, necessita ora del suo via libera. E trattandosi del suo battesimo al cospetto dei colleghi di governo dei 7 Grandi, di certo non vorrà sbagliare.
Ma è il dossier nomine quello che lo dovrà più impegnare, a partire dalla Commissione cinema, l’organismo ministeriale che dovrà decidere a quali film saranno meritevoli di ricevere i contributi pubblici “selettivi” del tax credit. Vale a dire la fetta più consistente dei fondi pubblici. La scelta dei componenti sarebbe stato l’ultimo atto firmato da Gennaro Sangiuliano prima di lasciare il Collegio Romano. Il decreto di nomina c’è, assicurano fonti ben informate, e sarebbe stato inviato agli organi di controllo. Un vero e proprio blitz del ministro uscente e, se non concordato con quello entrante, anche uno sgarbo istituzionale. Se Giuli volesse, tuttavia, sarebbe ancora in tempo per fermarlo anche se si tratterebbe di una procedura contro la prassi, fanno notare alcune fonti, perché in genere accade il contrario.
Ma non finisce qui: al ministero si è aperta anche la grana Beatrice Venezi, la direttrice d’orchestra e consulente per la musica scelta da Sangiuliano e finita nel mirino di Maria Rosaria Boccia che ha criticato la sua nomina sostenendo che sia in conflitto di interessi. Un attacco che costerà all’imprenditrice campana un probabile denuncia: Venezi annuncia infatti di aver “dato incarico ai legali per valutare ogni azione a tutela della mia reputazione professionale”.
L’arrivo di Giuli al Collegio Romano lascia inoltre scoperta un’altra casella che spetterà a lui, che l’ha appena lasciata, sostituire: si tratta della presidenza della Fondazione Maxxi, incarico che viene deciso dal ministro della Cultura. Da Statuto, la vacatio dovrebbe essere coperta dal componente più anziano del cda. Ma proprio questa circostanza ha acceso i riflettori sul nome della consigliera più anziana. Si tratta di Raffaella Docimo, area Fratelli d’Italia, titolare della cattedra di Odontoiatria pediatrica a Tor Vergata e, ironia della sorte, tramite attraverso il quale l’ex ministro della Cultura e Maria Rosaria Boccia si sarebbero conosciuti (una sua iniziativa elettorale). Se l’odontoiatra – come sembra – dovesse fare un passo indietro, potrebbe salire in pole il nome di Emanuela Bruni, altra consigliera della Fondazione. Oppure Giuli potrebbe decidere di accelerare sul ricambio, per il quale, sempre indiscrezioni, prospettano un ventaglio di papabili: da Vittorio Sgarbi a Umberto Croppi, da Marina Valensise a Luca Beatrice. O addirittura a Giampaolo Rossi, in realtà in predicato per la poltrona da amministratore delegato Rai.