Musei guardano al futuro con ottimismo. Franceschini: prossimo tema, il personale

I direttori dei primi 21 Musei e Parchi Archeologici autonomi (incluso Pompei) fanno il bilancio dei cambiamenti a 2 anni dalla riforma. E i numeri danno loro ragione: dal 2013 al 2017 il settore ha registrato oltre 10 milioni di visitatori in più, investimenti in ricerca, studi, servizi museali.

Numeri che raccontano di rinascite, come per l’Archeologico di Reggio Calabria, che ”finalmente ha quattro livelli di esposizione, un bookshop, visite nei depositi e guide in Lis”, dice il direttore Carmelo Malacrino. O di grandi restauri e scoperte, come le Domus di Pompei, passata dalla stagione dell’impasse e dei crolli, ai 35 milioni di incasso previsti nel 2017.

Se a Urbino la Galleria Nazionale lotta contro la paura delle scosse che tiene lontano le scolaresche, pensando alle celebrazioni 2019 per Raffaello, un po’ ovunque si recuperano spazi: Brera entro il 2018 completerà l’allestimento di tutte le 38 sale e nel 2019 spera di riaprire e collegare con un ponte di vetro Palazzo Citterio. Il Museo Archeologico di Napoli fra 5 anni attende il collegamento sotterrano con la metropolitana. Alle Gallerie dell’Accademia di Venezia si è avviato il cantiere di restauro al primo piano mentre a Paestum, dopo il tempio di Nettuno, grazie ai privati si pensa a riaprire anche quello di Atena.

Intanto si inventano servizi (a Palazzo Ducale a Mantova si va dal dogsitting alle iniziative per chi non può permettersi la cultura) e si punta sul web, dalla Galleria nazionale dell’Umbria che ha digitalizzato la sua collezione all’Archeologico di Napoli che con il videogame Father and son vanta un milione e 200 mila download in tutto il mondo.

“Per come era il sistema museale italiano – commenta il ministro Dario Franceschini dopo aver ascoltato i direttori – nel 2013 i musei erano importanti collezioni, prive di qualsiasi identità giuridica e identitaria. Oggi i risultati sono significativi non solo nei numeri, ma nella ricerca, nelle attività e acquisizioni. Sui musei abbiamo messo un miliardo dei 3 disponibili per i beni culturali. Non basta, ma è un passo”. Prossime urgenze, dice, “il personale. Servono nuove energie nella pubblica amministrazione. Dei 1000 assunti nella legge di bilancio, 300 saranno destinati ai musei. Non completeranno tutti i posti vacanti, ma quasi. Dibattito del futuro – osserva – potrà essere se il personale debba essere legato allo Stato o al singolo museo. Senza mai smarrire, però, che la forza dell’Italia è nel sistema museale nazionale, con i musei, autonomi, ma pronti a integrarsi e collaborare fra loro”. Infine, Franceschini conclude pensando alle gare per i servizi museali, “dove mi aspetto le eccellenze del territorio”, sottolinea.

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