Grande partecipazione alla cerimonia di consegna dell’International A, intitolato all’archeologo siriano ucciso dall’ISIS, durante la 18^ edizione della Bmta di Paestum.
Il Premio, organizzato dalla Borsa in collaborazione con la rivista Archeo che ha celebrato i 30 anni di pubblicazione, è stato consegnato dal direttore della Borsa Ugo Picarelli, a Katerina Peristeri, responsabile degli scavi della Tomba di Amphipolis in Grecia.
Consegnati anche tre Premi Paestum Archeologia: a Francesco Rutelli, già ministro dei Beni Culturali e sindaco di Roma, presidente dell’Associazione Priorità Cultura; al Museo del Bardo (ha ritirato il direttore Moncef Ben Moussa); alla Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino (ha ritirato il direttore Christian Greco).
“Il Museo del Bardo è stato attaccato perché è il simbolo della storia millenaria della Tunisia fondata su apertura, tolleranza, interscambio culturale, Un’istituzione che è la prima componente del paesaggio culturale del nostro Paese. L’estremismo e il terrorismo approfitta di due cose per estendersi: l’incertezza e l’ignoranza. La nostra unica arma è la cultura e l’educazione per poter lottare pacificamente ed uscire ed evitare certe situazioni”, ha detto Moncef Ben Moussa.
Ha partecipato alle cerimonie Mohamad Saleh, ultimo direttore del Turismo di Palmira, città patrimonio Unesco da maggio sotto il controllo del Califfato. Saleh ha mostrato alla platea della Borsa le immagini dei Templi di Baal Shamin e di Bell, delle tombe a torre nella necropoli antica, dell’Arco di Trionfo, come erano prima e come sono oggi, dopo il passaggio della furia terroristica. “Per esaurire l’effetto distruttivo dell’Isis in Siria – ha detto – ci vorranno tre generazioni. C’è un piano per la distruzione della nostra storia e della nostra identità”.
“Il primo sforzo dell’Unesco è quello di sensibilizzare le popolazioni locali sul fatto che il patrimonio non deve essere distrutto – ha ricordato Mounir Bouchenaki, consigliere speciale del dg Unesco – stiamo lavorando per la costituzione di una Croce Rossa Internazionale che si occupi della salvaguardia di Siti e Musei nei territori oggetto di conflitto che, come accade per l’associazione di soccorso, abbia accesso alle zone di guerra al solo scopo di tutelarne i beni archeologici e culturali.
Per la Siria intanto – ha aggiunto – abbiamo già costituito una task force che lavora a stretto contatto con le grandi ditte di vendita opere d’arte per stilare un codice etico di controllo sulla provenienza dell’oggetto, per cercare di limitare il mercato nero. Vogliamo poi organizzare un atelier per gli archeologi siriani fuggiti dal loro Paese per formare degli specialisti che potranno lavorare al restauro del loro patrimonio”.