Allarme bancarotta per le compagnie aeree di mezzo mondo

Dopo l’allarme lanciato nei giorni scorsi dalla Iata, che ha stimato perdite quest’anno per il settore aereo tra 63 e 113 miliardi di dollari, la prospettiva ora sembra aggravarsi ulteriormente. La maggior parte delle compagnie mondiali rischia la bancarotta entro la fine di maggio a causa del coronavirus, avverte la società di consulenza per l’aviazione Center for Aviation, sollecitando “un’azione coordinata di governo e del settore per evitare la catastrofe”. A lanciare l’allarme sono anche le singole aviolinee, che intanto intensificano le cancellazioni registrando crolli a doppia cifra in Borsa (-27% per il colosso Iag).

Da British Airways che pianifica un taglio globale dei suoi voli di “almeno il 75%” ad aprile e maggio, ad Air France-KLM che prevede una riduzione delle attività tra il 70 e il 90% nei prossimi mesi, fino a Lufthansa che riduce la capacità sul lungo raggio fino al 90%.

Soffrono anche le lowcost, con easyJet che tratteggia un “futuro incerto per l’aviazione europea”, con un reale “rischio sopravvivenza” per le compagnie, e si prepara alla possibilità di mettere a terra la maggior parte degli aerei. E Ryanair che addirittura non esclude la completa messa a terra dei velivoli. Voli già sospesi per Austrian Airlines, compagnia austriaca del network Lufthansa. Situazione analoga negli Usa, con United Airlines, che ha annunciato la riduzione della sua capacità del 50% ad aprile e maggio.

Le compagnie aeree americane intanto puntano ad almeno 50 miliardi di dollari di assistenza finanziaria da parte del governo per il coronavirus. Aiuti che, spiegano alcune fonti al Wall Street Journal, sono al momento allo studio: fra le possibilità, prestiti e sgravi fiscali. Gli Stati Uniti sosterranno le compagnie aeree “al 100%”, assicura Donald Trump, al quale si sono rivolti anche gli aeroporti americani chiedendo aiuti per 10 miliardi di dollari.

 

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