Audizione davanti alle Commissioni congiunte di Camera e Senato, ieri per il presidente e amministratore delegato di Alitalia, Giancarlo Cimoli. A proposito di una possibile alleanza, Cimoli sostiene che l’unica strada per Alitalia è “quella di integrarsi in un grande gruppo internazionale che permetta la realizzazione di significative sinergie strutturali”. Per Cimoli, Air France-Klm rappresentano “la prima grande esperienza di successo nell’integrazione tra le due compagnie” mentre riguardo all’opzione asiatica “il monitoraggio effettuato finora su otto compagnie asiatiche ha evidenziato interessi solo di natura finanziaria” avrebbe detto Cimoli. Nel lungo elenco stilato da Cimoli sugli ostacoli da affrontare, figura anche l’acquisizione di Volare che, seppure coerente con gli obiettivi del piano industriale, è tuttavia contrastata dall’Antitrust e da azioni giudiziarie. Ma la concorrenza sleale arriva anche dagli aeroporti: è necessaria un’azione di governo, dice Cimoli, per “rivedere immediatamente le politiche di prezzo praticate dagli aeroporti”. Sul capitolo sindacati, Cimoli non risparmia critiche: “Diversamente da altri settori industriali – ha spiegato – il solo annuncio di sciopero nel trasporto aereo fa crollare i ricavi, perché il viaggiatore sceglie mezzi o vettori alternativi indipendentemente dal fatto che poi lo sciopero venga effettivamente fatto o sia revocato. In 15 anni questa situazione ha fortemente condizionato Alitalia”. Il personale di volo di Alitalia guadagna dal 25% al 40% in più dei concorrenti nazionali “per non parlare delle compagnie low cost”. Infine, è “incomprensibile” l’opposizione dei sindacati al progetto di scorporo di Alitalia Servizi, “tenuto conto che non sussistono svantaggi né rischi aggiuntivi per i lavoratori” ha concluso Cimoli.